Il Patt scalpita e chiama la coalizione al tavolo

Panizza parla di discontinuità e scrive ai partner: «Credo sia arrivata l’ora di discutere il programma. Noi siamo pronti ed abbiamo anche il candidato»


di Robert Tosin


TRENTO. Il Patt dà la sveglia ai partner di coalizione. Il segretario Franco Panizza ha preso carta e penna e ha scritto alle segreterie dei partiti di maggioranza, chiedendo finalmente di mettersi al tavolo e discutere. Non tanto sui nomi e sulle candidature, quanto sul programma. «Perché - dice Panizza - rischiamo di dare un cattivo spettacolo alla gente che già non stima molto la politica se stiamo qui a mandarci messaggi di rivendicazione, mescolando piano nazionale e piano provinciale».

In effetti, mentre Upt e Pd se le mandano a dire, il Patt sta compattando le truppe per arrivare ad “imporre” il proprio caniddato alla successione del trono di Dellai. «Noi abbiamo le idde chiare, una politica chiara e un nome da offrire alla coalizione. Certo, anche Pd e Upt possono legittimamente proporre un proprio candidato, ma serve prima un confronto di coalizione. Ed è quello che stiamo aspettando. Il Pd rivendica la presidenza? Mah, quella è stata una battuta di Letta. Qui non decide un partito, ma la coalizione. Quello che mi preoccupa è che si sta facendo parecchia confusione tra i piani nazionali e quelli locali. Dellai, in verità, è stato corretto e non ha mischiato il centro degasperiano con le dinamiche provinciali, eppure esiste una sovrapposizione che non chiarisce le idee. Certo, un dibattito di respiro nazionale ci vuole, ma stiamo attenti a non fare confusione».

E’ stato lo stesso Ugo Rossi, nel corso dell’incontro dell’altro ieri con duecento fra amministratori autonomisti comunali e di valle, a suggerire un cambio di passo per la Provincia, chiamata a far fronte alal riforma istituzionale con un atteggiamento diverso, più politico e meno amministrativo, passando alle comunità di valle vere competenze. Serve discontinuità, ha detto Rossi, facendo eco a Franco Panizza che ha parlato più volte di discontinuità. Il termine ha creato però qualche dubbio, invece di fugarne. Detta così si direbbe che la politica dellaiana è arrivata a esaurimento e serve cambiare impostazione. L’affermazione per qualcuno va intesa come una presa di distanze da Dellai per poter marcare le differenze nel momento in cui il Patt recrimina il suo uomo al comando senza stizzire troppo il Pd, ma Panizza su questo smussa i toni. «Sta cambiano il mondo, l’autonomia è sotto attacco e dobbiamo imparare a fare meglio con meno risorse. Rossi ha parlato espressamente di una politica da “buoni padri di famiglia”, con gestioni attente e una riprogrammazione del modo di amministrare.

Il Patt tiene fede alal su aradizione e comincia dalla base, dai territori. Per questo l’altro giorno ha riunito i “suoi” amministratori con i quali ha parlato soprattutto di comunità di valle. «Non tutto è perfetto, qualcosa va sistemato e cambiato - spiega il segretario e assessore provinciale alla cultura - come per esempio i numeri di certe assemblee che vanno riviste per migliorare l’efficienza. Ma la democraiza e la rappresentativa devono essere salvaguardate. Di fronte ai tagli imposti, i Comuni hanno poche alternative: o spariscono o trovano il modo di gestire i servizi in modo associato».

Ovviamente in questo contesto la Provincia deve fare la sua parte. «Certamente. Prima cosa è passare alle Comunità competenze vere e budget adeguati. Servono chiarezza sui ruoli e su chi fa cosa: Provincia, Comunità e Comuni devono avere ruoli e competenze ben precise per evitare inutili sovrapposizioni o conflitti istituzionali che i cittadini non possono sopportare. I Comuni non devono essere espropriati delle loro competenze, come qualcuno paventa, perché la Comunità non vuole erodere potere a chicchessia, ma vuole mettere il proprio potere a disposizione dei Comuni e dei cittadini».

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