Il partito del «non voto» raggiunge il 37,19%

Il Trentino si risveglia poco «autonomo» e molto «italiano», almeno nella disaffezione del voto


di Pierluigi Depentori


Che ci fosse un calo nell'affluenza lo sospettavano in molti, ma che il calo si trasformasse in autentico flop nessuno l'aveva messo in preventivo. E il Trentino invece deve fare i conti con una disaffezione al voto che la fa sembrare poco "autonoma" e molto "italiana": solo il 62,82% degli aventi diritto è andato a votare, contro il 73,13% di soli cinque anni fa. Ma in politica gli ultimi cinque anni sono stati un'era geologica, e forse anche gli stessi politici che hanno governato il Trentino hanno sottovalutato i segnali di disaffezione che questa volta sono arrivati con forza.

Va sottolineato che il flop dell'affluenza è arrivato proprio nell'edizione elettorale dei record, con la presenza di ben 11 candidati governatori: tanti, decisamente troppi, e forse anche questa mancanza di unità che certe aree politiche hanno manifestato hanno portato questo risultato.

Un dato è certo: chi vincerà la tornata elettorale dovrà fare i conti con un Trentino "nuovo", più disilluso, che ha deciso di non esercitare uno dei diritti più importanti della democrazia: andare a votare. Il "non voto" è un partito che fa paura, e che anche in Trentino ha raggiunto l'incredibile soglia del 37,19%. Nettamente il primo partito della provincia.

I risultati dei vari Comuni sembrano una vera e propria Caporetto della politica trentina: a Daiano addirittura i "non votanti" sono la maggioranza assoluta dato che solo 48,61% degli aventi diritto è andato alle urne, ma anche Carisolo, Panchià, e Fondo hanno di poso superato la soglia del 50%. E se anche un grande centro come Riva del Garda si è fermato al 52,25%, allora si capisce come la situazione complessiva sia davvero preoccupante.

Nel vicino Alto Adige le cose sono andate diversamente: l'affluenza finale è stata del 77,6%, una soglia decisamente più "digeribile" seppure in calo di oltre quattro punti. Segno che la fine dell'era Durnwalder è stata gestita bene con un candidato nuovo, giovane, che arriva dalla periferia come Arno Kompatscher, capace di essere visto come il "nuovo" all'interno di un mondo che sembrava immutabile come la Volkspartei, ma che è invece è riuscita a cambiare pelle in maniera sorprendente. Ora le distanze tra Alto Adige e Trentino sembrano allontanarsi pericolosamente.













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