Il corteo sikh colora Bolzano In mille a piedi nudi in strada

Bolzano. Sono talmente dediti a una vita di lavoro e di fede che durante l’anno nemmeno ci si accorge della loro presenza. Forse anche perché sul “diverso” si puntano gli occhi soltanto in occasioni...



Bolzano. Sono talmente dediti a una vita di lavoro e di fede che durante l’anno nemmeno ci si accorge della loro presenza. Forse anche perché sul “diverso” si puntano gli occhi soltanto in occasioni più grevi. Eppure un bolzanino su cento appartiene alla loro comunità, una comunità che solo una volta l’anno, dal 2017, occupa le strade tra via Trento e la zona industriale con un corteo generoso con chi ci si avvicini. La processione sikh di ieri pomeriggio a Bolzano ha svelato una comunità compatta, silenziosa, urbana anche nella piazza. Mille, millecinquecento persone che riescono a integrarsi giorno per giorno grazie alla trasfusione delle tre regole del sikhismo nella vita quotidiana in una terra completamente diversa dal Punjab, la regione dalla storia millenaria, stretta fra il resto dell’India e Pakistan, dalla quale i sikh provengono.

Dalle casse in testa al corteo, ieri, una musica coinvolgente faceva pensare alle atmosfere bollywoodiane, alla gioia indiana. E invece erano canti religiosi, scanditi dal tamburo e dalle formule del rito pronunciate all’unisono dalla processione. Ognuno ha un ruolo, nella processione organizzata dall’associazione bolzanina Gurdwara Singh Sabha, presieduta da Ravinderjit Singh (anche presidente nazionale di Sikh Gurdwara Parbandhak - Committee Italy), per celebrare la nascita del primo guru sikh, Nanak Dev Ji, il 15 aprile 1469. Dietro il suonatore di tamburo e i bambini che sventolano bandiere italiane e sikh, le auto addobbate con ghirlande di fiori. Poi le donne – ma anche un bambino – che spazzano l’asfalto. Perché tutti sono scalzi, per onorare la preghiera. Un gruppo di giovanissimi si esibisce in scene di combattimento con la spada, a ricordo dei guerrieri del Punjab, quelli del mito, ma anche quelli che si batterono contro l’invasore britannico. E gli 83 mila caduti tra la prima e la seconda guerra mondiale negli eserciti europei.













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