Il Consiglio del Veneto si riunisce in Marmolada 

Clamorosa forma di protesta da parte dell’assemblea legislativa dopo aver “perso” la vetta a favore del Trentino. Zaia: «Qui per difendere il nostro territorio»



TRENTO. Sarà la seduta politica più alta d’Europa, a 2.950 metri di quota, quasi in vetta alla Marmolada, la Regina delle Dolomiti. Lassù, cent’anni fa, correva il fronte italo-austriaco e il ghiacciaio ancora oggi restituisce corpi di soldati e quel che resta delle fortificazioni della Grande Guerra, ma quello che andrà in scena domani mattina è l’ultimo atto di un nuovo scontro fra Veneto e Trentino sui confini della Regina.

L’appuntamento è alle 10 del mattino quando la funivia che sale da Malga Ciapela porterà in quota i consiglieri della Regione Veneto che si riuniranno a Punta Serauta per richiamare l’attenzione sulla “guerra dei confini”. Ci sarà pure il governatore Luca Zaia, presente in prima persona per “piantare in vetta” la bandiera del Veneto. La convocazione contiene anche alcuni consigli perché il termometro scenderà sotto zero: “Meglio indossare scarponcini e giacca a vento”. I consiglieri si riuniranno all’interno di una stazione intermedia del lungo impianto che porta in cima, dove è stato ricavato anche un piccolo museo dedicato alla prima guerra mondiale. E ci sarà pure un medico perché l’alta quota può giocare brutti scherzi. Ma il presidente del consiglio regionale, Roberto Ciambetti, ha fatto sapere che chi non se la sente potrà seguire la seduta in streaming dal fondo valle.

L’ultima dichiarazione di guerra – firmata proprio da Zaia – risale al maggio scorso, dopo l’ultima sentenza che aveva assegnato alla provincia di Trento alcune decine di metri di ghiaccio e roccia, sul crinale della montagna. E ora il proprietario dell’impianto di risalita, Mario Vascellari, ha accolto la richiesta di rimettere in attività l’impianto di risalita per l’occasione: “La stagione turistica è ormai conclusa e la funivia sarebbe chiusa, ma l’ho fatto come gesto di cortesia”.

In realtà proprio la questione della funivia è al centro di questa vicenda, perché sulla Marmolada pochi metri di qua (o di là) cambiano tutto: con i confini attuali, disegnati in maggio dall’Agenzia del Territorio, i trentini potrebbero costruire una seconda funivia per salire in vetta dal versante trentino. Un impianto che ai veneti fa molta paura perché rappresenterebbe la perdita dell’esclusiva sul panorama più alto e spettacolare di tutte le Dolomiti. Ecco l’oggetto di questa nuova guerra: la possibilità (o meno) di costruire una nuova funivia a 3 mila metri di quota, dove il ghiacciaio si sta ritirando ma la neve (merce sempre più rara e richiesta dagli sciatori) d’inverno è sempre abbondante.

Dal canto suo il governatore veneto Luca Zaia tenta di smorzare i toni alla vigilia della seduta in vetta, ma ribadisce la propria posizione in modo molto netto: «Noi non vogliamo fare muro contro muro con i trentini però dal 1778 è chiaro che nel ghiacciaio sono fissati i confini. Dopodiché il ghiacciaio finché non era produttivo non interessava a nessuno, adesso è teatro di sport invernali ed attività estive e quindi interessa molto persone. Noi, però, dobbiamo andare avanti a difendere i confini del Veneto».

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