Il «ciclone Renzi» conquista i giovani

Ad ascoltarlo anche i sedicenni: «Ci piace come parla». Ma c’è chi dice: «Bel programma, ma come pensa di realizzarlo?»


di Chiara Bert


TRENTO. Giacomo Cozzio ha 16 anni, è studente al liceo Prati: «La politica non mi interessa, preferisco altre cose. Da Renzi ci sono andato trascinato da un mio amico. Mi è piaciuto, è uno giovane, fuori dal coro, è bravo con le parole ma non lo conosco e quindi non so dire cos’ha fatto e cosa potrà fare di quello che dice. No, non credo che sarei andato ad ascoltare Bersani, lo conosco meglio e non mi attira». Giacomo è uno dei tanti giovanissimi che venerdì sera hanno affollato l’auditorium per la tappa trentina del tour per le primarie di Matteo Renzi. Attirati dal personaggio molto mediatico, dalla sua giovane età e dall’energia. Ma pronti a esserne sostenitori critici.

A trascinare Giacomo alla serata renziana è stato Lorenzo Borga, pure lui sedicenne e studente al classico. La differenza è che a Lorenzo la politica interessa, da un paio d’anni, e da ieri è fresco iscritto al comitato pro-Renzi: «Mi sono informato, ho letto il programma. lo seguo dall’inizio della campagna. Certo bisognerà vedere se alle parole seguiranno i fatti».

Ma intanto il sindaco di Firenze piace. «È una figura giovane che attira anche perché propone concetti forti come la rottamazione - dice Mariachiara Farina, 25 anni, studentessa di Sociologia, una non appassionata di politica - parla bene, ti prende, mi è piaciuto come usa i video. Valeva la pena andare a sentirlo e andrò anche da Bersani se viene a Trento. Il mio dubbio è se sarà vero che se Renzi perde collaborerà con gli altri...». Il ragazzo di Mariachiara, Luca Pianesi, 28 anni, laureando in Giurisprudenza, la politica invece la conosce da vicino (è consigliere di circoscrizione Pd a Povo) e si schiera con Renzi senza tentennamenti: «I temi che affronta sono quelli che interessano i giovani, l’Europa, il merito. Mi convince quando dice in modo chiaro che il modello industriale del Sulcis e dell’Ilva di Taranto non sono più sostenibili e quando parla di precariato e di merito per gli insegnanti. Noi siamo quelli che entrano nel mondo del lavoro con gli stage e i contratti atipici, a me sembra che il Pd abbia rappresentato troppo i diritti acquisiti». Lo show mediatico? «La comunicazione non è un limite, è una risorsa. Ad ascoltare una pizza di due ore non ci va nessuno. Io ho amici di destra che mi chiedono come si partecipa alle primarie».

Cosa questa che lascia perplesso Nicola Recla, 27 anni, dottorando in diritto romano. «Io sono un elettore del Pd e tutto questo interesse che Renzi suscita a destra mi fa pensare, l’idea dell’uomo solo al comando evidentemente affascina ancora». Nicola non ha ancora deciso per chi voterà alle primarie: «Potenzialmente potrei votare sia Bersani che Renzi e Vendola, ci sono aspetti che mi convincono in tutti e tre». Di Renzi pensa che «è un giovane grintoso e serio. Lo sceglierei per come certi esponenti del Pd, vedi D’Alema a Bindi, lo stanno trattando con l’obiettivo di farlo fuori». Ci sono però aspetti che non lo convincono: «In tutta la serata non ha mai pronunciato la parola “sinistra”. E del suo programma, che è condivisibile, non ci spiega come pensa di realizzarlo, dove va a prendere i soldi per la scuola, la ricerca, gli asili nido. E poi lui è il capo, d’accordo, ma la sua squadra dov’è? Chi sono gli altri?».Gli risponde a distanza Alessandro Rognoni, 23 anni, studente di Economia, il primo a fondare un comitato per Renzi in Trentino: «A chi mi dice che dietro Renzi vede tanta immagine ma poca sostanza, dico che io conosco Firenze, so che da sindaco è stato un amministratore concreto, uno che decide, come sulla pedonalizzazione del centro storico. Con lui ha una schiera di amministratori capaci, anche se forse poco noti, da selezionare in base al merito. Ma del resto non conoscevamo neanche i tecnici del governo Monti, e abbiamo scoperto che a governare sono più bravi dei politici».

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