Il car sharing funziona: più di 200 gli utenti
Negli ultimi 3 mesi in 80 hanno utilizzato almeno una volta uno dei 12 veicoli del servizio
TRENTO. Sono 12 le auto messe a disposizione, dalla cooperativa Car sharing, dei cittadini di Trento, che permetterebbero di risparmiare sui costi di gestione dei veicoli di proprietà. Attualmente sono 200 gli utenti attivi e negli ultimi 3 mesi in 80 hanno usufruito del servizio. Entro il 2013, ingrandendo il parco macchine, il progetto sarà anche in grado di autofinanziarsi.
«Le stime dicono che per i cittadini che annualmente non superano i 10.000 chiliometri di percorrenza, con i loro veicoli, la convenienza ad abbonarsi ad un servizio di car sharing, rispetto a dotarsi di un proprio mezzo, è netta». Queste le parole di Marco Cattani, vicepresidente della cooperativa Car shering Trentino che ieri ha fatto il punto sullo stato del servizio. Cattani prosegue: «A Trento siamo operativi da maggio 2010 e da allora abbiamo avuto circa 200 utenze attive. Negli ultimi 3 mesi sono 80 le diverse persone che hanno utilizzato almeno una volta il nostro parco macchine che comprende 12 auto, 7 utilizzabili 24 ore su 24, 5 solo in specifiche fasce orarie. Ogni veicolo ha compiuto di media 750 chilometri per un'utilizzo totale stimabile in circa 9 mila chilometri al mese. Il fatturato è di quasi 5 mila euro mensili, che attualmente non ci permette di coprire le spese, ma siamo convinti che, aumentando di poche unità il numero delle auto, entro il 2013 il servizio si autofinanziarà».
L'assessore comunale ai trasporti, Michelangelo Marchesi, incalzato dal caporedattore del Trentino Paolo Mantovan nella conferenza di apertura della "settimana europea della mobilità", si è detto convinto dell'importanza del progetto di car sharing, ma solo se inserito in un più ampio ragionamento di multimodalità: «Dobbiamo aiutare i cittadini ad abbandonare i veicoli privati, incentivandoli ad utilizzare la bici, inserendo le auto del car sharing nei punti di scambio con treni e pulman, e migliorando il servizio di trasporto pubblico».
Ma al riguardo Roberto Andreatta, dirigente del servizio trasporti della Provincia, spiega: «Gli autobus sono fondamentali per trasformare il nostro sistema veicolare in uno virtuoso di mobilità eco-compatibile. Però servono investimenti: dobbiamo elimare gli autobus euro 1, 2 e 3 che ancora siamo costretti a far girare e che producono troppa Co2, ma per farlo servono 60 milioni di euro che al momento non sono disponibili».