I quattro passi con una «ricarica»

La nostra prova al Sella Ronda con una bicicletta elettrica: dubbi e sorprese, ma siamo arrivati in fondo. Ecco come


di Andrea Selva


VAL DI FASSA. Altro che doping, con una bicicletta elettrica basta un minimo allenamento per salire Cima Coppi con passo da campione, basterà solo non far caso agli insulti che vi arriveranno (da dietro) quando gli altri ciclisti si accorgeranno che là sotto, oltre ai pedali, avete il motore: cronaca di un prova sul campo effettuata il 24 giugno scorso, quando le strade dei quattro passi dolomitici (Pordoi, Sella, Gardena e Campolongo) erano chiuse per il Sella Ronda Bike Day.

L’incognita era questa: è possibile percorrere i 55 chilometri del Sella Ronda Bike Day (che partendo da Canazei diventano oltre 60, con un dislivello totale di quasi 2 mila metri) utilizzando una bicicletta a pedalata assistita? La risposta è affermativa: con qualche accorgimento si può arrivare in fondo al giro dei quattro passi, con la batteria ancora abbastanza carica da azzardare una volata finale per lasciare senza fiato anche il più temibile rivale.

Ma per frenare gli entusiasmi ecco alcune precisazioni. Primo: non si tratta di un ciclomotore, quindi (almeno un po’) bisogna pedalare. Se siete allenati salirete a velocità impensabili, tanto che in alcuni tratti in cui abbiamo richiesto al motore elettrico il massimo aiuto, il nostro ciclo computer segnalava una velocità ascensionale di 1.800 metri l’ora, in pratica quella di uno scalatore professionista; se siete tipi sedentari potrete comunque togliervi la soddisfazione di salire un passo dolomitico pedalando; se siete cicloturisti potrete scalare i valichi alpini con la bicicletta carica di bagagli; se siete anziani (ma ancora giovani di spirito) vi sembrerà di tornare giovani.

Seconda precisazione: per arrivare in fondo al Sella Ronda bisogna fare attenzione a non consumare troppo la batteria, chiedendo quindi un aiuto moderato al motore elettrico e utilizzando le discese per inserire il sistema di ricarica.

Terza precisazione: se vi ritrovate con le batterie esaurite (e non avete un ottimo allenamento nelle gambe) siete morti, defunti, finiti e svergognati perché tutti quelli che avete superato in precedenza si prenderanno la rivincita mentre voi tentate di procedere verso il passo spingendo sui pedali di una bicicletta che pesa più di venti chili. Ecco perché i sindaci delle valli ladine (quelle che condividono i quattro passi attorno al gruppo del Sella) sono tutti d’accordo nell’installazione di colonnine elettriche per garantire il rifornimento agli e-ciclisti (nel senso di elettrici) di passaggio.

Per il resto è puro piacere. Gli atleti (e i cicloamatori) continueranno a togliersi le loro soddisfazioni spingendo sui pedali e godendosi ogni goccia di sudore distillata dalla fronte (chi appartiene alla categoria sa di che parlo). La bicicletta elettrica è fatta per gli altri: le mogli che vogliono provare a stare al passo del marito; gli impiegati sovrappeso che vogliono salire in quota pedalando; i turisti che vogliono andare a spasso senza preoccuparsi se dietro l’angolo spunta una salita. Per queste persone poco importa arrivare in fondo ai quattro passi: scalarne uno basta e avanza e in questo caso (visto il nostro test) la durata della batteria è garantita anche utilizzando il motore alla massima potenza.

Un consiglio: non provate a salire su una bicicletta normale subito dopo aver pedalato con quella elettrica, c’è il rischio di ritrovarsi piantati (e depressi). Meglio aspettare qualche ora.

Un altro consiglio: se avete bisogno di una bicicletta del genere (e ve la potete permettere) non usatela per fare le gare con gli altri ciclisti (che senso avrebbe?) ma utilizzate la pedalata assistita a velocità da bicicletta, togliendovi il lusso, liberi dalla fatica, di alzare lo sguardo dal manubrio per godervi il panorama senza prezzo delle pareti dolomitiche.

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