I presidenti dei rioni scaricano il sindaco

«Rifiuta ogni dialogo, nemmeno ci incontra. E poi ha anche il coraggio di accusarci di fare opposizione strumentale»



ROVERETO. «Andrea Miorandi, un sindaco incapace di dialogare, arrogante, contraddittorio e inconcludente». Spesso i politici sono accusati di parlare poco chiaro e in modo interpretabile; stavolta i sei presidenti di circoscrizione (manca solo Bianca Francesconi) non hanno voluto correre quel rischio. E aprono così il documento con cui denunciano l’impossibilità di un confronto, e non per scelta loro.

Primo sindaco ad abolire la prassi degli incontri periodici con i responsabili dei quartieri, primo sindaco ad attaccare frontalmente sia gli enti che chi ne fa parte, accusandoli di percepire indennità in qualche misura sprecate. Una impostazione che i presidenti hanno per qualche mese addirittura assecondato, proponendo una riduzione del 30 per cento di tutte le indennità (le proprie, ma anche quella del sindaco) ma che ora di fronte al silenzio di tomba calato su quella proposta, non accettano più di vedere sbandierata. Come non tollerano di essere tacciati pubblicamente dal primo cittadino di «remare contro e basta», di strumentalizzare per fini di bieca politica la loro carica.

La verità - scrivono i presidenti Maurizio Migliarini, Carlo Plotegher, Filippo Gali, Enzo Da Costa, Giuseppe Zenato e Sandro Folgarait - è che il sindaco ha chiuso ogni spazio di dialogo. Preferendo la logica del fatto compiuto. Salvo poi gridare all’attacco strumentale quando dai rioni arrivano prese di posizione contrarie. Totale indisponibilità ad un confronto vero, fatto anche di possibilità di non essere d’accordo, spiegano la situazione i presidenti. Molto meglio il consiglio comunale, dove una maggioranza bulgara garantisce comunque il sì. Dimenticando però la logica dell’ascolto ed anche il rispetto di istituzioni e democrazia. Perché le circoscrizioni, elette col proporzionale, sono la vera espressione dell’elettorato, mentre il consiglio, deformato dal maggioritario, rispecchia solo come caricatura l’opinione della città.

Centinaia di richieste inevase e senza nemmeno lo straccio di una risposta; negando ai rioni anche solo quel potere consultivo che la legge affida loro.

Il prossimo caso esploderà a giorni, sulla lottizzazione ex mangimificio Sav. «Itea va avanti senza avere incontrato la circoscrizione - spiega Da Costa - e il progetto arriverà in consiglio martedì senza che la giunta abbia ritenuto di parlarne con noi. I problemi che abbiamo posto in passato non sono stati risolti: senza la realizzazione della viabilità definitiva di quell’area, approvare una lottizzazione per noi è demenziale. Ed abbattere gli edifici senza prima spostare i bambini dell’asilo adiacente è inaccettabile. Questo abbiamo detto in passato e avremmo detto anche ora, se qualcuno si fosse degnato di ascoltarci». (l.m.)

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