I giovani volontari «avvocati» degli ultimi
Trento. «La figura dell'avvocato ha una missione sociale, non esclusivamente tecnica. Per questo è importante stare vicino agli "ultimi", i senza fissa dimora che spesso non sanno di avere dei...
Trento. «La figura dell'avvocato ha una missione sociale, non esclusivamente tecnica. Per questo è importante stare vicino agli "ultimi", i senza fissa dimora che spesso non sanno di avere dei diritti legali». È stato rinnovato il progetto "Avvocati per la solidarietà", esito dell'intesa tra il dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Trento, l'Ordine degli avvocati di Trento e Rovereto e 23 associazioni di volontariato, tra cui il Punto d'incontro e Caritas diocesana.
Il protocollo è stato presentato ieri alla sede di Fondazione Caritro (tra i sostenitori dell'iniziativa) per proseguire l'esperienza partita nel 2006, con la quale gli studenti degli ultimi anni di Giurisprudenza possono assistere le persone senza fissa dimora, fornendo loro pareri legali ed aiuto per espletare formalità burocratiche. «Dal 2010 ad oggi 451 persone di 38 nazionalità si sono rivolte al nostro sportello - ha spiegato Marta Tomasi, volontaria del progetto - ma riceviamo richieste d'aiuto anche da parte delle associazioni, per una formazione giuridica più adeguata». Le persone a cui si rivolge il servizio sono i senza fissa dimora a cui è possibile offrire consulenza giuridica gratuita in fase stragiudiziale. Le richieste che non possono essere soddisfatte dai volontari vengono inoltrate ad avvocati competenti.
Dal 2010, 178 "casi" sono stati relativi al diritto delle immigrazioni, con 100 utenti di nazionalità marocchina, 47 tunisina e 31 rumena. Sono 58 gli utenti di nazionalità italiana. Frequenti le vicende legate al diritto del lavoro (47), penale (102), civile (80).
Michele Boso, responsabile accoglienza del Punto di incontro, ha riconosciuto il grande impegno dei volontari: «Si trovano di fronte a situazioni di stress emotivo, con persone colpite da tossicodipendenze, alcolismo, patologie psichiatriche. Per degli studenti non è facile».
Lucia Busatta, volontaria, ha sottolineato come non si siano mai verificate situazioni di particolare gravità: «Di fronte all'utente non siamo mai da soli, siamo sempre in tre volontari, sia per ridurre l'esposizione a momenti di tensione, sia per offrire pareri più adeguati». Lo sportello è attivo settimanalmente presso il Punto d'incontro a Trento e al Cedas di Rovereto. F.P.