«Grandi opere sfumate? Vengono prima i servizi»
I trentini dimostrano concretezza rispetto ai tanti sogni rimasti nel cassetto «Scuole, asili e salute sono le vere priorità in questo momento di crisi»
TRENTO. Di alcune se ne parla da decenni. Altre, invece, sono più recenti. Fatto sta che di tutte se ne è parlato molto, anzi moltissimo. Dall'inceneritore alla funivia del Bondone, dalla metropolitana di superficie alla funicolare Povo-Mesiano, dall'interramento della ferrovia a quello di via dei Ventuno, le opere di riqualificazione estetica e funzionale della città di Trento sembrano però destinate a rimanere solo sulla carta. Fino a ieri per alcune di queste la realizzazione sembrava essere una questione di tempo. Adesso, invece, la crisi ha costretto l'amministrazione comunale a lasciare nel cassetto alcuni progetti. «Le priorità sono altre, giustamente, prima di tutto è necessario garantire servizi di qualità alle persone – osserva Luca Macuglia –. Poi sarebbe bello pensare che un domani la ferrovia fosse interrata perché adesso come adesso taglia a metà la città, ma onestamente non credo che avverrà mai».
Scettico sulla realizzazione di queste grandi opere Luciano Happacher: «Non ho mai avuto l'impressione che la loro realizzazione fosse così vicina e a parte la funivia del Monte Bondone gli altri progetti mi sono sempre sembrati più appartenere al mondo dei sogni, ma tra tutti penso non sarebbe male se via dei Ventuno fosse interrata perché il Castello del Buonconsiglio sarebbe ricollegato alla città, ne beneficerebbe il turismo e si limiterebbe il traffico in quella zona». Perplesso, invece, per la realizzazione del Muse e del quartiere le Albere Luigi Acler: «Piuttosto avrei preferito la metropolitana di superficie, utile a eliminare il traffico in centro; diversamente sono contento che sia stata abbandonata l'idea dell'inceneritore, meglio tardi che mai».
Propensi alla costruzione della funivia del Bondone Gabriele Frizzera e Francesca Reich. «Probabilmente l'opera meno costosa e anche la più utile visto che il Bondone è la montagna dei trentini – spiega Gabriele –. Forse in passato l'amministrazione ha pensato a opere di grande portata coltivando aspettative esagerate dovute al momento economico favorevole, mentre ora giustamente deve concentrarsi sul mantenimento della qualità dei servizi alla persona come asili, scuola, sanità». Per Francesca la funivia potrebbe essere uno strumento strategico per il rilancio del Bondone: «In questi anni gli investimenti sono stati fatti in modo sbagliato, puntando molto sul turismo straniero e dimenticando, invece, le esigenze dei trentini».
D'accordo con loro Anne Simons: «Con la funivia del Bondone si risolverebbe finalmente l'annoso problema dei parcheggi mentre gli altri progetti sono forse eccessivamente impattanti. Ma prima di tutto vanno garantite le prime necessità delle persone».
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