FESTIVAL ECONOMIA 2011Più donne ai vertici e il Pil decolla

Il libro di Monica D'Ascenzo promuove le quote rosa



TRENTO. Più donne nei consigli d'amministrazione farebbero fallire meno le aziende. Più donne nel mondo del lavoro farebbero aumentare il Pil. Ecco perché servono strumenti per favorire l'occupazione femminile ed è necessaria l'introduzione delle "quote rosa" nei Cda. Questa la ricetta di Monica D'Ascenzo, giornalista del Sole 24 Ore, per un mondo più "rosa".
A Palazzo Geremia, in una sala gremita e davanti a molte donne, D'Ascenzo ha presentato il suo nuovo libro "Fatti più in là. Donne al vertice delle aziende". Ma prima dell'autrice, a spiegare perché è importante che qualcuno "si faccia più in là" e ci sia più spazio per le donne, è stata Anna Maria Tarantola, vice direttore generale della Banca d'Italia. E lo ha fatto citando i numeri di alcune recenti indagini. Se l'occupazione femminile raggiungesse il 60% il Pil aumenterebbe di 7 punti percentuali, favorendo quindi la crescita del Paese. Inoltre, prendendo in esame 24.000 imprese è stato rilevato che quelle con più donne manager ai vertici falliscono meno. Nonostante questo in Italia l'occupazione femminile è ferma al 46%, le donne faticano ad entrare nel mondo del lavoro e restano tagliate fuori dopo la maternità. Tracciando questo scenario Tarantola ha lanciato un assist per Monica D'Ascenzo che ha ribadito l'importanza delle "quote rosa". "Sono uno strumento importante per cambiare la situazione attuale, per rompere il cosiddetto "tetto di cristallo" e fare in modo che le donne che lo meritano possano entrare nei Cda delle aziende". In Italia le manager al femminile latitano. Una grande azienda come Fiat, ad esempio, non ha nemmeno una donna nel consiglio d'amministrazione. Ecco perché l'approvazione della legge sulle "quote rosa" in Parlamento sarebbe una sorta di tsunami. Un terremoto che potrebbe verificarsi a breve. Dopo un iter travagliato la proposta di legge bipartisan è ad un passo dal via libera. Manca solo la firma del governo e, qualora non arrivasse, l'aula sarebbe chiamata a votare entro la fine di giugno. A favore di questo strumento, già in vigore in Paesi come Norvegia, Francia, Spagna, si è espresso anche Corrado Passera, ceo del Gruppo Intesa Sanpaolo. "Non è un metodo perfetto, ma può essere utile alla soluzione del problema. L'importante è che sia valorizzato il merito, ovvero che entrino nei Cda brave donne". (j.t.)













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