Cinque sindaci per Zanella «Amministratore saggio»
Tuffo nella storia del Comune in occasione del saluto dei socialisti al loro leader «Dopo 40 anni lascio il Municipio ma non la politica, che rimane il mio impegno»
PERGINE. Cinque sindaci e quarantacinque anni di storia di Pergine. Si respirava un’aria quasi solenne ieri mattina a palazzo Hippoliti dove il Partito Socialista (il Psi, o «Pzi», come lo hanno scherzosamente definito) ha chiamato a raccolta amministratori di ieri e di oggi, politici, amici, per salutare Aldo Zanella che dopo 45 anni (in realtà 40 con un “buco” di 5 tra il ’95 e il 2000) sui banchi del consiglio o della giunta comunale. Una sorta di celebrazione di un modo di interpretare la politica dal sapore antico, ma proprio per questo (a più riprese sono stati richiamati concetti quali memoria, esperienza, passione, equilibrio, nel parlare dell’ex assessore) da tenere stretti, da non perdere.
«Mi sono sempre candidato con i socialisti - ha sottolineato Zanella -. Mai con civiche o altro. Quando non hanno fatto la lista sono rimasto fuori». Un “fuori” per modo di dire però, come hanno ricordato anche da Renzo Anderle che ha sottolineato come il suo contributo sia comunque sempre arrivato in modo costruttivo nelle sale del municipio.
Cinque sindaci dunque intervenuti a sottolineare in fin dei conti una cosa: la passione per la politica. «E dire che la prima volta in cui ho assistito ad un consiglio comunale mi sono detto: io qui? Mai! Nel 1967 però ho iniziato l’avventura...», ha ricordato Zanella, lusingato - così è parso si poter leggere nei suoi occhi - dalle parole dei sindaci ai quali è stato a fianco (di qualcuno anche «minoranza», come ha sottolineato Achille Fruet) come consigliere assessore o vice sindaco. «Aldo aveva fin dall’inizio un grande senso dell’equilibrio politico e amministrativo», ha detto Achille Fruet. «Molto preciso, attento, disponbile», lo ha definito Silvano Corradi, fino a ieri al suo fianco. «Una persona vera con la quale ho avuto un dialogo corretto anche se le discussioni in privato non sono mancate», ha aggiunto Adriano Crivellari. «Un amministratore che sapeva dire sì quando questo era necessario per trovare assieme soluzioni senza preconcetti di partito», ha aggiunto Renzo Anderle.
Dai ricordi sono spuntati ricordi divertenti (una pagina di giornale che titolava: “Anderle scarica Zanella”) di quanto alla politica si potevano ancora accostare sorrisi e ironia. E di battaglie sul campo come una trasferta in treno, seconda classe, per sbloccare un grave problema sulla statale o l’occupazione di una passerella per aiutare alcuni residenti con tanto di onorevole Mario Raffaelli (allora sottosegretario) giunto appositamente da Roma.
Ma una cosa ha unito tutti: Zanella se ne va? Ma chi ci crede? «State certi che alle prossime elezioni ci sarà», hanno detto Luciano Fruet e Franco Senesi. E Zanella? «Di certo non smetto di fare politica».
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