Catene di hamburger e carne alla griglia all’assalto di Trento

Dopo McDonald’s anche Burger King e Roadhouse Grill in cerca di spazi commerciali. Target: lavoratori e famiglie


di Luca Marognoli


TRENTO. Hamburger e carne alla griglia Usa-style vanno a caccia di palati trentini. Le catene Burger King e Roadhouse Grill stanno facendo la spunta dei costruttori e degli immobiliaristi in cerca di location adeguate ad ospitare i loro locali. La prima vanta già 60 ristoranti in Italia, la seconda 36: l'obiettivo di entrambe, ora, è di piantare qualche bandierina anche sul Trentino, dove per ora sventola solo quella di McDonald's.

Roadhouse grill conferma di avere messo gli occhi sulla nostra provincia. «Nell'ambito del piano di apertura a ritmo sostenuto che stiamo conducendo negli ultimi 7-8 anni, siamo molto interessati anche ad un'espansione verso Trento e Bolzano. Al momento non abbiamo individuato dei locali ma li stiamo cercando», fanno sapere da Cremonini, il colosso delle carni italiane con sede a Castelvetro di Modena che ha acquisito il marchio in Italia e in Europa. Le steakhouse di Roadhouse Grill sono in gran parte distribuite in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto: vengono privilegiate collocazioni lungo le strade di grande scorrimento e nei pressi di caselli autostradali. Il format originale prevede infatti strutture autonome (stand alone), con superfici di almeno 600 metri quadrati, che possono contenere dai 130 ai 250 posti a sedere, dotate di ampi parcheggi e spazi verdi. «Non sono facili da trovare e abbiamo adattato il format anche ai centri commerciali, dove basta una superficie di 400 metri. Nei centri storici la nostra presenza ha meno senso, perché – a parte i costi degli affitti esorbitanti – non c'è l'accessibilità che caratterizza il nostro concetto aziendale». Il bacino di clientela è trasversale; i frequentatori più assidui nella pausa pranzo sono impiegati, professionisti e manager, mentre la sera generalmente si incontrano famiglie con bambini e giovani, uomini e donne, tra i 25 e i 40 anni. «Il nostro non è un fast-food, ma un ristorante. Non siamo quindi concorrenti di Burger King o McDonald's, perché il target è diverso. La nostra presenza però può essere complementare. Capita spesso che gli sviluppatori immobiliari che costruiscono i centri commerciali facciano proposte a noi e a loro. Conviviamo fianco a fianco già in alcuni centri, come Rovigo, Padova e Segrate». Cremonini è produttore storico (dal 1963) di carne bovina e leader in Italia del settore. I nomi delle bistecche, però, sono ispirati alla tradizione a stelle e strisce: si può scegliere tra Ribeye, New York Strip, Prime Rib, Filet Mignon, T-Bone Steak e hamburger. I prezzi si aggirano sui 17-19 euro per una porzione di 350 grammi.

Non si sbilanciano sulle loro strategie di franchising, invece, nella sede romana di Burger King. La catena americana però è già approdata in regione nel 2010, gettando una testa di ponte a Bolzano e ora tra gli addetti ai lavori si parla di un serio interessamento al mercato trentino. Bk si autodefinisce “la prima catena di hamburger restaurant creata dopo la nascita ufficiale dell'hamburger”. Sorta a Miami nel 1954, oggi opera in 82 Paesi nel mondo con più di 12.500 ristoranti. Suo elemento distintivo, rispetto alla concorrenza, sono gli hamburger alla fiamma.

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