Casna: quei 280 mila euro soldi che ci spettavano

L’ex consigliere: «Era previsto l’accantonamento, allora rinuncino tutti Sì alle somme anche elevate, garanzia di indipendenza ma solo per chi lavora»


di Luca Marognoli


TRENTO. Mario Casna non percepirà alcun vitalizio, ma ha da poco incassato i 280 mila euro una tantum attribuiti a chi è stato consigliere nella scorsa legislatura.

Casna, i vitalizi hanno scatenato un'eccezionale sollevazione popolare. Che ne pensa?

Il popolo trentino dorme sempre: i politici possono stare tranquilli. Sogni d’oro.

Lei dopo una legislatura ha ricevuto quasi 300 mila euro.

Un bel regalo, ringraziando Iddio. Ma i nostri erano soldi che accantonavamo. Sapevamo in partenza che non avremmo avuto il vitalizio.

Li restituirebbe?

Se partiamo tutti da zero sì, ma giochiamo a carte scoperte, perché lo stipendio effettivo di un consigliere è di 14 mila euro, non sono i 5.200 che ricevevamo. Ma allora anche gli attuali devono prendere quella somma e niente di più.

Nonostante lo scandalo, solo una dozzina restituirà pensioni e vitalizi...

I soldi fanno gola a tutti. Ma se veramente hanno servito il popolo se li tengano.

Anche se parliamo di oltre un milione di euro? La gente “normale” non li vede in una vita intera...

I politici, se vogliamo che non siano schiavi di qualche lobby, vanno pagati. Se hanno lavorato bene: il merito deve valere anche in politica. Ma se invece passavano il tempo a leggere il giornale dovrebbero restituirli immediatamente.

Lei concorda con la proposta, avanzata dal nostro giornale, di usare i soldi restituiti per istituire un fondo straordinario per il lavoro?

Mi pare giusto: se è per creare posti di lavoro certo. Non se si tratta di organizzare carnevali o feste con polente e luganeghe. Qui funziona a “panem et circenses” da lunga data.

I politici in Trentino sono una casta?

Sono dei fortunati che hanno vinto le elezioni e mi auguro che vogliano dedicare il loro tempo veramente al servizio dei cittadini. Ma ora ho l'impressione che siano parole vuote. Anziché contare quante volte hanno votato, bisognerebbe dire quanti interventi hanno fatto: lì si vederebbe chi va in aula solo a scaldare la carega. Quelli dell’opposizione lavorano molto; molti della maggioranza, quando suonava la campanella, rientravano come lucertole e chiedevano cosa si doveva votare. Decideva il pollice alto o basso dell'assessore. Potevi parlare ore, ma non avresti convinto mai nessuno a cambiare idea.

Dopo il caso vitalizi è arrivata un'altra “tegola” per i consiglieri: le contestazioni della Corte dei Conti. La politica si sente sotto assedio. A torto o a ragione?

Io ho conosciuto ottimi consiglieri e, guarda a caso, non sono stati rieletti. Questo la dice lunga. Mi ha scioccato non rivedere Nardelli o la Penasa.

Anni fa non c'era la stessa sensibilità verso queste questioni. É stata la crisi a svegliare tutti?

C'è la fame. Prima bastava essere vicino a un partito ed eri garantito. Oggi la gente fatica ad arrivare a fine mese.













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