«Candriai, l’abitato va messo in sicurezza» 

La denuncia. L’associazione iniziative turistiche attende da tre mesi una risposta dal Comune  E denuncia la pericolosità della strada provinciale «scambiata dalle moto per una pista»



Trento. Il sopralluogo da parte del comune era stato il 15 aprile quando con l’assessore italo gilmozzi, era stato fatto “il punto” sulle criticità di candriai evidenziate dall’associazione iniziative turistiche del paese. «vi abbiamo ringraziato per la visita - spiega paolo curcu a nome dell’associazione in una lettera inviata a gilmozzi -. avevamo anche avuto assicurazione che almeno qualcosa di quanto richiesto sarebbe stato finalmente fatto. infatti, lo stesso sopralluogo era stato fatto anche nel 2017 e 2018. il 2 giugno 2019 le abbiamo inviato un messaggio chiedendo se ci fossero novità in merito alle nostre richieste, senza ottenere risposta. abbiamo rinviato lo stesso messaggio il 26 giugno, ottenendo questa volta la seguente laconica risposta: delaiti (tecnico presente al sopralluogo incaricato di sovrintendere i lavori)) sta settimana è in ferie. torna lunedì. abbiamo contattato i primi di luglio l’ingegner bruno delaiti, chiedendo anche a lui se ci fossero novità per candriai». e risposte non ce ne sono state tanto che ieri è partita una nuova lettera. perché le proposte sono state messe sul piatto e non ci sono più state le risposte dall’amministrazione comunale. «gran parte delle nostre richieste, come chiaramente documentato - commenta l’associazione - riguarda la messa in sicurezza del centro abitato di candriai. una sicurezza messa quotidianamente a repentaglio da automobilisti, ma in particolare da molti motociclisti, che scambiano la strada provinciale 85, provenienza sia da sardagna che da sopramonte, come una pista dove impunemente e bellamente si può transitare a velocità folli, sorpassando ovunque, invadendo sconsideratamente la corsia opposta. impunemente, ci sia permesso sottolinearlo, perché malgrado le nostre ripetute richieste, non sono effettuati i doverosi e indispensabili controlli. che non devono riguardare solo la velocità, ma anche l’aspetto inquinamento acustico e ambientale, provocato da motocicli totalmente fuori legge e per i quali un controllo, con eventuale sequestro o rinvio alla revisione, sarebbe ben più punitivo, per i trasgressori, che una contravvenzione.

Non stiamo quindi chiedendo la luna. le decine di morti e le centinaia di incidenti degli ultimi mesi, avvenuti sulle nostre strade, dovrebbero essere un monito imprescindibile, anche a tutela di chi correttamente rispetta i limiti e il buon senso e che, proprio per questo, non deve essere confuso e identificato con chi non rispetta nemmeno se stesso».















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