Buscema: «Stop al debito pubblico e rivedere quota 100»
trento. L’altolà ad un ulteriore aumento del debito pubblico arriva dall’organo che per eccellenza sorveglia sui bilanci e la spesa pubblica: la Corte dei conti. Ieri, infatti, il presidente Angelo...
trento. L’altolà ad un ulteriore aumento del debito pubblico arriva dall’organo che per eccellenza sorveglia sui bilanci e la spesa pubblica: la Corte dei conti. Ieri, infatti, il presidente Angelo Buscema, a Trento per un incontro tenutosi al dipartimento di Giurisprudenza, dal titolo “L’evoluzione dei compiti affidati alla Corte dei conti a tutela del pubblico erario”, ha chiarito una volta di più la contrarietà a misure o provvedimenti che vadano a incidere sull’aumento del debito pubblico. «Un fardello che purtroppo vi lasciamo - lo ha definito Buscema rivolgendosi ai giovani presenti in sala - e che ci richiede un impegno: fare della buona amministrazione, ottimizzare le risorse che ci sono già e farle fruttare: per questo io dico che se non si può fare debito, si può però aumentare ricchezza e produttività, ma non è giusto scaricare le scelte di oggi sulle future generazioni».
Se il giudizio sulla manovra del governo al momento resta sospeso, «perché noi valutiamo e ci esprimiamo sui numeri, e non sulle indiscrezioni che trapelano sui giornali», resta la sostanziale bocciatura di “quota 100”: «Ci siamo già espressi alcuni mesi fa in modo negativo sulla misura, oggi si parla di una spesa finale inferiore alle aspettative: credo che su questo si dovranno comunque fare dei ragionamenti, ma restano dei paletti che vanno rispettati». A margine dell’incontro il presidente Buscema si è inoltre espresso sul tema delle autonomie differenziate e del costo che comporteranno, ricordando che è necessario rispettare alcuni principi di equità: «Non solo in ambito sanitario, ma anche in altri settori, occorre predeterminare il livello di prestazione minimo per i cittadini».
Buscema ha poi toccato una serie di temi, ripercorrendo anche sotto il profilo storico il ruolo della Corte. Rispetto alla funzione di controllo, un breve cenno alle società partecipate: «Noi verifichiamo che non siano carrozzoni di debito e che funzionino». Un richiamo, poi, al tema della corruzione: «I nostri controlli devono servire a prevenire, intanto. La corruzione poi si combatte con la trasparenza delle procedure, la semplificazione, la digitalizzazione. Spesso questi controlli che effettuiamo, tramite la nostra funzione giurisdizionale, sono mal visti da chi lavora nel pubblico, ma io credo che chi opera correttamente non ha nulla da temere». Il presidente della Corte ha poi auspicato che l’educazione alla legalità parta proprio dagli atenei: «Da qui si deve far partire un messaggio importante: la gestione della cosa pubblica non è di altri, ma è compito di ciascun cittadino».
Alla fine dell'incontro, purtroppo, una piccola disavventura per il Procuratore regionale Marcovalerio Pozzato, che ha accusato un mancamento probabilmente dovuto al caldo in sala: subito è stata chiamata l'ambulanza ma fortunatamente già prima dell'arrivo dei sanitari il magistrato si è ripreso e rialzato da solo.