Arriva il contro-Giro della Padania

L'assemblea al Brione: in corteo con striscioni e cori alla tappa roveretana


Giuliano Lott


ROVERETO. La proposta per dare voce all'indignazione contro il Giro della Padania che il 10 settembre partirà da Rovereto per l'ultima tappa è una biciclettata di massa, con striscioni e cori da esibire al passaggio dei ciclisti. Willy Angeli, capogruppo della Lega in consiglio, non ha alcuna intenzione di reagire: «Non ci sembra il caso di esacerbare gli animi».

L'iniziativa di protesta, spiegata ieri sera all'auditorium del Brione, nasce dalla spontanea indignazione di un piccolo gruppo di giovani roveretani. «Siamo partiti in sei o sette - racconta Stefano Turrini, uno degli organizzatori -, parlando al bar del Giro della Padania ognuno di noi ha ammesso che pensava a qualche tipo di protesta, in forma privata. Trovandoci d'accordo su tutto, abbiamo pensato di organizzarla insieme». Non temete in questo modo di dare maggior risalto a una manifestazione che altrimenti resterebbe confinata nel folklore sportivo? «Ci siamo posti il problema, in effetti. Però dietro la manifestazione sportiva si nasconde un chiaro messaggio politico e propagandistico che non deve passare sotto silenzio. La gara maschera ben altro, è una manifestazione strumentale, qui lo sport è solo un pretesto. Se da noi la Lega Nord non è forte come in Veneto, un motivi ci sarà. In Trentino è la prima volta che viene organizzata una manifestazione simile, protestare ci pare un atto dovuto».

Non vi siete limitati a questo, avete indetto un'assemblea. «Abbiamo anche lanciato una raccolta firme in internet, hanno aderito in un'ottantina. Per preparare la protesta e allargarla a chi come noi ritiene legittimo reagire abbiamo organizzato la serata pubblica. E' da lì che uscirà la modalità di protesta, vogliamo sia condivisa da tutti e che non abbia una connotazione politica».

Beh, il Centro sociale Bruno di Trento ha già aderito. A suo modo è un marchio politico. «Se è per quello ci aspettiamo di vedere anche gli anarchici, Luisa Zanotelli e altre frange antagoniste della Vallagarina. Non c'è da stupirsi. Però cercheremo di mediare tra le varie anime. Non vogliamo che qualcuno ci metta su il proverbiale cappello». E se si aggregasse qualche consigliere comunale? «Che lo faccia a titolo personale, senza coinvolgere i partiti».

Willy Angeli, capogruppo della Lega, si guarda bene dall'organizzare una ulteriore reazione alla protesta. «Siamo in democrazia, ognuno è libero di manifestare per ciò che crede. Tra l'altro, non mi sembra proprio il momento di esasperare gli animi, tanto più su un tema che mi pare di scarsa rilevanza. Per noi è solo una gara sportiva. Parlo da sportivo, e da leghista». Appunto. La Padania è un concetto nato con Bossi e la Lega, se si fosse chiamato "Giro del Lombardo-Veneto" nessuno si sarebbe scandalizzato. «Certo, l'organizzatore tra l'altro è un senatore della Lega e capisco che ciò abbia contribuito ad alimentare l'equivoco. Ma creare contrapposizioni non è nel nostro stile. Lo è invece per la sinistra, fa parte del loro modo di ragionare. Non capisco comunque dove vada a parare questo comitato, mi pare che in Italia ci siano problemi molto più gravi del Giro della Padania. E' chiaro che chi protesta ha una matrice politica univoca. Ma per noi resta una gara di biciclette, punto e basta. Se qualcuno vuole strumentalizzare l'evento sportivo, non siamo certo noi».













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