Vince il Patt: Bollettin si è dimessa
L’assessora: «Lo faccio per senso di responsabilità verso la città e la maggioranza. Ma non ritratto ciò che ho detto»
RIVA. «Mi dimetto per senso di responsabilità nei confronti della città e per salvare la coalizione, soprattutto alla vigilia di scelte importanti come quelle che riguardano la fascia lago e l’ex Cattoi, ma non ritratto le mie dichiarazioni e non mi ritengo responsabile di alcunché. Resterò in consiglio comunale nelle file della maggioranza e vedrò come si comporteranno i consiglieri del Patt soprattutto quando ci sarà da votare sull’ex Cattoi».
Renza Bollettin si dimetterà da assessora comunale alla cultura, rapporti con le scuole e servizi all’infanzia. Lo ha deciso la stessa esponente di Riva Bene Comune venerdì sera, nell’ufficio del sindaco, al termine di un lungo colloquio con Adalberto Mosaner, il quale non le ha nascosto le difficoltà della situazione e le ha chiesto di fare un passo indietro. Bollettin avrebbe voluto formalizzare subito le dimissioni, ma è stato lo stesso Mosaner a chiederle di posticipare il tutto a martedì, quando l’assessora parteciperà alla sua ultima riunione di giunta.
Insomma, alla fine è stata la stessa Bollettin a fare un passo indietro, mettendo presumibilmente fine almeno ad una parte delle fibrillazioni in maggioranza – acuite dallo scontro tra il capogruppo Pd Gabriele Bertoldi e l’ex dem Silvia Betta, ora Patt – il cui esito era piuttosto incerto. Bollettin con la sua decisione ha anche tolto dall’imbarazzo il sindaco, che – per sua stessa ammissione di fronte all’assessora – non sapeva come giustificare l’eventuale ritiro delle deleghe.
Le dimissioni sono l’epilogo della polemica esplosa nei primi giorni dello scorso dicembre. Nel corso dell’assemblea nazionale dei Verdi a Chianciano Terme, infatti, l’assessora Bollettin parlando all’aula della situazione politica trentina aveva paragonato il Patt alla Lega. Scatenando le ire degli autonomisti rivani. Sin dal primo giorno, e con la benedizione dei vertici provinciali, le stelle alpine hanno chiesto chiaro e tondo le dimissioni della diretta interessata o il ritiro delle deleghe da parte del sindaco. Una posizione che con il passare del tempo si è sempre più irrigidita, mettendo in difficoltà Mosaner soprattutto alla vigilia di quella che si annuncia come una partita chiave per l’ultima fase della consiliatura, ovvero il piano fascia lago (con il nodo dell’ex Cattoi). Nei giorni scorsi il vice sindaco Mario Caproni aveva dichiarato di essere pronto a dimettersi se il sindaco non fosse arrivato ad una decisione sulla vicenda Bollettin.
«È chiaro che sono diventata il capro espiatorio per altre questioni e per distanze ideologiche che pur ci sono all’interno della maggioranza – ha commentato ieri l’assessora – io non ho attaccato nessuno sul piano personale e faccio notare tra l’altro che nessuno, né del Patt né delle altre forze di maggioranza, ha smentito le mie dichiarazioni. Non so se in futuro proseguirò con il mio impegno politico, ma se così fosse pretenderò che venga messa per iscritto la possibilità di criticare un alleato politico». «Le mie dimissioni sono quelle di una cittadina che si sente responsabile nei confronti della città, ma non intendo ritrattare ciò che ho detto sul Patt e non mi ritengo responsabile di nulla. Ora vediamo cosa farà il Patt sull’ex Cattoi, che per quanto mi riguarda deve rimanere il più possibile verde».
Ora si apre la partita delle deleghe. Rbc ha già fatto un nome secco per la sostituzione di Renza Bollettin: Flavia Chincarini, 22 preferenze alle comunali del 2015, settima dei non eletti. Mosaner ora si prenderà qualche giorno per decidere.
©RIPRODUZIONE RISERVATA