«Migliore qualità della vita valorizzando l’ambiente»
Vignola Falesina, il sindaco Danilo Anderle: «C’è estrema necessità di mantenere le piccole amministrazioni per avere un legame più stretto con la montagna»
VIGNOLA FALESINA. Come residenti conta appena 160 unità ed è il più “piccolo” tra i Comuni dell’ambito che fa capo a Pergine. Ma la voglia di vivere è tantissima. Alla comunità che comprende i centri di Falesina, Vignola, parte di Assizzi e il Compet (elemento turistico), questa “voglia” è trasmessa dal sindaco Danilo Anderle che i questi tre anni di incarico è riuscito a portare a casa qualche bella iniziativa per altro condivisa da tutti, amministratori e non. Qualche piccola opera pubblica, ma soprattutto interventi di carattere ambientale comprendenti anche la storia (Grande Guerra e origini minerarie), lo sport e lo svago. Come tanti altri Comuni, l’argomento “risorse” è sempre il più delicato.
Sindaco, quali sono le risorse del suo Comune?
L’unica entrata nostra viene dall’Imu: sono 90.000 euro. Le altre hanno origini esterne: dal Bim Adige, 198.000 euro, dalle Asuc circa 30.000, dal Fondo perequativo circa 35.000 euro. In gran parte se ne vanno per le spese correnti. Per qualche opera chiesta, devo dir che abbiamo ottenuto i relativi finanziamenti. Caserma dei vigili del fuoco e rifacimento accesso al paese sono gli ultimi lavori fatti.
Qual è il suo obiettivo di fondo?
C’è l’estrema necessità di mantenere in vita le piccole amministrazioni locali come appunto la mia. Solo chi vive e conosce la montagna è in grado di coglierne le opportunità e valorizzarne i contenuti per poi programmarne il futuro. Va bene ridurre i costi, ma non ma occorre che la gente possa rimanere in montagna e non sempre le due cose vanno d’accordo. Ecco allora che intendo proseguire con le azioni portate avanti finora per migliorare le condizioni di vita dei residenti, anche attraverso quegli interventi che valorizzano l’ambiente. In quest’ottica si inserisce il recupero a prato di 12 ettari di bosco. Perché il Comune è coperto da boschi per il 94% e se si considerano poi strade ed edifici, del territorio resta ben poco. Il recupero comporterà un nuovo aspetto per il territorio che sarà possibile vedere dalla valle e gli stessi residenti potranno “rivedere” la valle. A questo proposito, emblematico quanto è avvenuto sulla cima dell’Orno con il Forte di Busa Grande. Finita la Grande Guerra, tutto è stato ricoperto da un fitto bosco. Solo dopo praticamente un secolo il panorama sottostante visto dai soldati nel 1918 è stato “rivisto”. E non sono mancate le esclamazioni di meraviglia: nel fondo valle sono riapparsi i laghi e i paesi.
Cosa ha in mente ancora per l’ambiente?
Proseguire, innanzitutto con quanto iniziato: sentieristica (avremo 80 km mappati, segnaletica, iniziative di aggregazione al Forte Busa Granda, passeggiate, manifestazioni sportive. Ma abbiamo anche in mente qualche novità che riguarda le nostre origini minerarie. Abbiamo una miniera (150 metri) a pochi metri da Vignola lungo quello che un tempo era chiamato rio Molino (ora rio Vignola); nei pressi del curvone c’è uno slargo. Vediamo di sistemarlo e magari collocarci un parco tematico con chiosco per info ma anche che dia qualche opportunità ai produttori locali. In paese a fianco della chiesa abbiamo alcuni locali. Vedremo di metterli a disposizione per chi ha voglia di fare qualcosa.
Quali opere pubbliche?
Nuova illuminazione a led, parcheggio più ampio a Falesina, area di manovra a Tais di Vignola.
E in definitiva?
Vogliamo riportare l’aspetto del territorio il più possibile simile a quello di un tempo in un ottica turistica. Insieme alla volontà di salvare la montagna che è ciò che abbiamo di più caro.
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