Il Natale nei diari di guerra del maestro
La Filo di Viarago ha proposto uno spettacolo sui ricordi di Egidio Sittoni e con le immagini storiche del presepe vivente
PERGINE. Non si contano anche nel Perginese le iniziative del Natale che ricreano magiche atmosfere al di là dei regali. E così è stato in teatro a Viarago per iniziativa della Filo locale che ancora una volta ha saputo far trascorrere qualche ora lieta anche se emozionante proprio sul tema natalizio e sui valori che comporta. Ha riproposto attraverso riprese ormai datate, due eventi che hanno coinvolto sentimentalmente gli spettatori: ricordi, impegno, lavoro di squadra, ma anche vita vissuta, dramma della lontananza, ore in trincea e in prigionia, desiderio di tornare per Natale.
E’ stata così riproposta con spezzoni di filmati, la storia vissuta dal maestro Egidio Sittoni di Viarago che appena sposato (siamo al tempo della Seconda guerra mondiale) era stata spedito in guerra, in Africa, catturato dagli inglesi, consegnato agli americani e trasferito in un campo di prigionia negli Stati Uniti. Il maestro Egidio ha lasciato un diario della prigionia e tante lettere (inviate alla giovane moglie). Il diario è stato portato sulle scene nel 2003 con grande successo proprio perché, la Filo con i propri attori era riuscita a trasmettere al pubblico il dolore, l’angoscia patita dai famigliari del maestro e nello stesso tempo la nostalgia, il desiderio di tornare a casa per Natale di Egidio Sittoni “Pow” (prigioniero di guerra). L’emozione provata nel 2003 si è ripetuta quasi d’incanto: si sono riviste quelle scene, quegli attori, quella storia, quel personaggio che tanta parte ebbe nella vita sociale di Viarago. A completare la serata, i filmati sul “presepe vivente” che a Viarago si è svolto per 8 anni di seguito dal 1991 al 1998. Una manifestazione che aveva coinvolto l’intera comunità per realizzare nel campo sportivo, la scena della Natività. Settimane di lavoro da parte di artigiani, sarte, falegnami, operai. Tanto che in quei pochi metri quadrati aveva trovato posto un villaggio con scene agricole, ma anche con vecchi mestieri, recite e canti, decine di personaggi, decine di bambini. Il presepe aveva trovato una realizzazione completa con i bimbi che adesso sono trentenni e più, coi adulti ora 80enni e più ed altri invece, scomparsi. Questi ultimi sono stati ricordati uno ad uno. C’era stata anche una ripresa del Tg3 (nel 1998) che aveva contribuito alla notorietà di quel “presepe”. Ne è risultato uno spettacolo conclusosi con un ritrovo, a tratti commovente, che ha ricreato un’atmosfera natalizia del tutto particolare.