Il castello sale in passerella «Progettiamone il futuro» 

L’apertura fissata l’11 aprile con l’obiettivo di mantenere l’impianto culturale Ma le associazioni avranno un ruolo: «Chiediamo la massima collaborazione»


di Roberto Gerola


PERGINE. Una serata condotta da due attori (seri) che trattavano un argomento altrettanto serio come il ritorno di Castel Pergine alla comunità come “primo bene collettivo del Trentino”, non poteva che avere successo. Non tanto per la presenza di pubblico, quanto per i contenuti. Circa 130 le persone in sala, anche se occorre tener conto che molti sottoscrittori non sono di Pergine, anzi addirittura stranieri e che le mail di adesione sono state tante e soprattutto di complimento per la conclusione dell’operazione di compravendita, per il coraggio di averla portata avanti. A condurre la serata Denis Fontanari (attore e direttore del teatro, oltre che nel direttivo della Fondazione) e l’amico veneziano (pure lui attore e legato al teatro di Pergine) Christian Renzicchi. Una presentazione corposa, per la quale è stata stampata una brochure dal titolo “802 più 3 grazie” (sottoscrittori più Rurale Alta Valsugana, Provincia e Comune).

Dentro, materiale promozionale: il castello protagonista nella storia, nell’arte, nell’architettura, negli incontri, nel paesaggio e nel turismo sostenibile; il castello patrimonio di tutti; le tappe dell’acquisizione; la nascita e la promozione della proposta; l’iter fino al rogito; il finanziamento e i sottoscrittori; il ruolo della Cassa rurale, degli enti pubblici, delle aziende sponsor, delle associazioni (45). E ancora i prossimi passi (non solo burocratici): acquisizione della società di gestione; la necessità di mantenere, conservare, restaurare il maniero. Prossima apertura l’11 aprile (grande festa) e poi chiusura il 2 novembre (altra festa). In questi sette mesi, accanto alla stagione turistica, verrà riproposto l’impianto culturale tradizionale con qualche novità (i tempi sono stretti per imbastire una nuova stagione) ma intanto si ascolteranno tutte le proposte avanzate dalle associazioni perché «in castello troveranno spazio», è stato detto, anzi «le associazioni avranno un ruolo ben preciso e a loro si chiederà massima collaborazione».

Quindi “passerella” delle autorità. Un po’ tutte hanno parlato del castello «con il cuore in mano». A iniziare dall’assessore Elisa Bortolamedi. Ha parlato del castello come di una «magia perginese da far visitare» e del quale occorre prendersi cura. Ha sottolineato l’attenzione che la Fondazione ha espresso per le associazioni. Quindi Sandro Beber (Comunità di valle): il castello è simbolo dell’Alta Valsugana, la Comunità appoggerà le proposte culturali, la Fondazione ha avuto un grande risultato ma ha davanti una grande scommessa. Franco Senesi (presidente Cassa rurale): ruolo nevralgico del castello, che ha vissuto da “tegazzot” (residente al Tegazzo, il primo nucleo abitato ai piedi del maniero), una struttura che va curata e coccolata come finora e da vivere. Infine, Carmelo Anderle (presidente Castelpergine). Ha spiegato un po’ tutto: storia, aneddoti, rapporti con Theo e Verena (gli ultimi gestori e per 25 anni) e con la Sovrintendenza per i lavori, la convenzione con il Comune, gli Amici del Castello. Ma anche qualche esortazione: «Vogliate bene al castello, coccolatelo come hanno fatto i nostri nonni, siate orgogliosi, abbiamo bisogno di tutti». Lo spazio dedicata alle domande: Carla Esperanza Tommasini (Psa) ha chiesto lumi sulla collaborazione delle società (chi decide cosa); Enrico Demozzi ha suggerito una cartellonistica in tedesco; Walter Arnolti (albergatori Levico) ha espresso i massimi complimenti.

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