Altipiani Val di Non, vertici in carica solo fino ad aprile
La società impiantistica. All’assemblea il rinnovo dell’incarico a Larcher e al Cda (nel quale ci sono due sostituzioni) ha diviso i sindaci soci: astenuti Sfruz, Borgo d’Anaunia, Sarnonico e Ton
Coredo. Clima “caldo” l’altra sera nell’assemblea della Altipiani Val di Non spa. La società che con il logo marketing “Joy Valdinon Alps” ha in gestione gli impianti da sci della Mendola, Predaia e Monte Nock, ha rinnovato l’incarico al presidente uscente Ivan Larcher e il Cda con due nuovi ingressi, Marcello Grossi di Ruffré Mendola e Marino Fanti (Malosco) in sostituzione rispettivamente Giuseppe Larcher (che ha abbandonato per impegni di lavoro e di famiglia) e Federico Springhetti, prossimo incompatibile in quanto candidato nel consiglio comunale di Cavareno dove corre una sola lista. Le nomine sono solo a termine, fino ad aprile 2021, e per dare continuità alla stagione invernale, ormai alle porte.
Sul rinnovo, a pochi giorni dal voto amministrativo di rinnovo dei Comuni, c’è stata una spaccatura tra i sindaci “soci”: le nomine sono passate con l’astensione di Sfruz, Borgo d’Anaunia, Sarnonico e Ton. Gli altri favorevoli alla proposta di compromesso (perché inizialmente l’incarico come da statuto era per tre anni). Astenuto, in rappresentanza anche di altri soci privati, Lino Rizzardi per il quale si poteva benissimo rinviare il tutto a dopo il rinnovo dei Comuni, perché il Cda in carica sarebbe stato in ogni caso operativo fino alle nuove nomine, e la stagione invernale poteva tranquillamente essere preparata. Una posizione questa respinta dal presidente Larcher che ha accettato la conferma “a tempo” ma ha chiesto la legittimazione assembleare per avere una operatività piena nei rapporti con ditte, personale e banche e quindi predisporre i pacchetti attesi dagli alberghi per impostare la campagna promozionale dell’inverno.
Il braccio di ferro sull’opportunità o meno di rinnovare il Cda alla vigilia del voto amministrativo ha fatto passare in secondo piano quello che invece era il vero punto chiave dell’assemblea, la conferma da parte della Provincia del finanziamento, al 90% seppure in più annualità, del piano strategico predisposto dal Cda uscente per un importo di 1,3 milioni di euro di cui 200 mila già assegnati. Gli impianti Mendola, Predaia e Monte Nock appartengono alla Trentino Sviluppo spa (quindi di fatto alla Provincia) che li ha affittati ad un canone simbolico alla Altipiani. Per questo ai lavori era presente, seppure non azionista, il vicepresidente di Trentino Sviluppo, Fulvio Rigotti, che nel suo intervento ha spezzato più di una lancia a favore di una progressiva privatizzazione della società per darle una concreta efficienza operativa e sottrarla così alle tensioni che molto spesso si legano alla gestione pubblica. Questa in Trentino infatti è l’unica società di gestione impianti che appartiene ai Comuni e l’orientamento della Provincia è di coinvolgere direttamente e sempre più marcatamente i privati.
Entrando nel dettaglio del Piano strategico, 195.000 euro previsti per la sicurezza in gran parte sono già stati attuati per la revisione degli impianti (Mendola 90.000 euro, Predaia 15.000), reti di sicurezza e materassi anti-collisione e revisione mezzi battipista). La quota per l’efficientamento (455.000) riguarda l’adeguamento dell’impianto di innevamento e sala pompe alla Mendola (230.000), la sostituzione di un mezzo battipista usato (80.000); la sistemazione baite Predaia (40.000) e la realizzazione del ricovero battipista al Monte Nock (105.000). Quanto agli “investimenti sociali” (255.000) questa spesa interessa quasi esclusivamente il Monte Nock e gli investimenti per lo sviluppo sono concentrati sulla stazione della Mendola con il progetto E-bike park (130.000), la pista slitte (85.000); area camper (130.000) e anello del fondo a monte dell’impianto (125.000).
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