«Parco contrario a centraline e bacini»
Il presidente Joseph Masè fa il punto della situazione in attesa del nuovo direttore: «Trotter per noi è un valore aggiunto»
STREMBO. Il Parco Adamello Brenta a due anni dalla presidenza di Joseph Masè vive un periodo di grandi cambiamenti sottolineati da un’estate di grandi numeri e dall’insediamento del nuovo direttore. Abbiamo incontrato il presidente Masè per fare il punto della situazione.
Per il nuovo direttore è questione di giorni?
Sì inizierà ai primi di dicembre. Abbiamo scelto Cristiano Trotter perché ha una grande esperienza nel mondo dei Parchi, da oltre 20 anni è al Parco Paneveggio quindi conosce bene la macchina amministrativa e le dinamiche provinciali. La sua esperienza politica di altissimo livello, quale presidente della Comunità di valle di Primiero, rappresenta un valore aggiunto.
Quali le novità più significative?
Abbiamo unificato i settori ricerca scientifica ed educazione ambientale per ottimizzazione le risorse umane ed economiche, per coinvolgerle nella ricerca e diffondere questa conoscenza nelle scuole. Così il personale dell’educazione ambientale vestirà i panni del ricercatore partecipando a monitoraggi e ricerca. I nostri ricercatori faranno nuove esperienze d’insegnamento e formazione.
Di cosa vi state occupando nel campo della ricerca?
Sono stati individuati tre assi: monitoraggio faunistico mirato tra gli altri a stambecco, aquila e ittiofauna nei laghi Nero e Valagola; monitoraggio genetico dell’orso bruno; recupero di alcune torbiere, la redazione di piani d’azione a Ritort e Val Agola, con specifici rilievi botanici.
Novità per l’educazione ambientale?
Quest’anno c’è il progetto “Formazione dei formatori”, con specifici incontri formativi per insegnanti. C’è poi un’uscita con l’operatore del Parco di mezza o dell’intera giornata in base all’età degli alunni. Abbiamo ideati nuovi progetti per fasce d’età su fauna del Parco, geologia, paesaggio e acqua.
Gli operatori del Parco sono impegnati coi turisti?
Sì. Quest’estate il Parco con la collaborazione di Apt, Consorzi turistici, Pro Loco e Comuni, ha fatto 400 proposte su 90 giorni coinvolgendo oltre 4.500 partecipanti.
Molti turisti dove il Parco gestisce la mobilità sostenibile.
La bella stagione estiva ha fatto sì che la mobilità sostenibile raggiungesse livelli mai visti in precedenza. Una vera impennata per la presenza dei veicoli nelle valli, per i passaggi sulle navette. Nel complesso l’incremento è del 13% di veicoli, passati da 74.000 (2016) a 84.000 nel 2017 e l’11% di passaggi sulle navette, con un incremento di circa 30.000 passeggeri, che sono aumenti da 250.000 (2016) a 280.000 di quest’anno. La vera sorpresa è stata la Val di Tovel dove l’incremento di passaggi è stato davvero significativo, Quest’inverno valuteremo con l’amministrazione comunale e la popolazione locale, le soluzioni migliori per a garantire la conservazione di una delle eccellenze del Parco. Oltre alla mobilità sostenibile nelle quattro valli “storiche” Val Genova, Val di Tovel, Vallesinella e Malga Ritort, si è aggiunta la nuova proposta del “Panorama Tour”, un percorso ad anello che alterna facili passeggiate a piedi o in bici all’utilizzo della mobilità sostenibile con navette, trenino gommato e impianti di risalita. Tutto ciò grazie a un lavoro di squadra.
Il Parco accoglie i turisti nelle sette Case a tema, ospita scolaresche a Villa Santi e nelle foresterie. Ci sono novità?
La più significativa è l’esternalizzazione di Villa Santi. Per contenere le spese correnti abbiamo studiato un bando che garantisce un forte legame tra la struttura e il Parco, ma al contempo evita il continuo spreco di risorse pubbliche. Villa Santi dal 2010 al 2015, ha registrato perdite per circa 400.000 euro. Con l’esternalizzazione, Villa Santi continuerà a essere una meta privilegiata della nostra attività didattica “stanziale”, ma sarà gestita da chi ha capacità nella ricettività, dando alla struttura il successo che merita. Non è secondario, da quest’anno il Parco avrà in bilancio una perdita di 70.000,00 euro riconducibile alla gestione della struttura. Quanto alle sette case a tema, disseminate in svariati Comuni del Parco, vengono costantemente monitorate per capire i numeri dei visitatori e i loro orari. Questo per adeguare le aperture e ottimizzarne le spese, così facendo quest’estate abbiamo ridotto circa 50.000 euro di spese. Stiamo dialogando coi Comuni per concordare forme condivise di gestione delle case, anche con specifici contributi.
Si discute molto di due progetti con forti implicazioni ambientali: centralina idroelettrica sull’Arnò e bacino di Grual. Qual è la posizione del Parco?
Per quanto riguarda l’Arnò credo sia da fare chiarezza e distinguere tra la centralina che è fuori dal perimetro dell’area protetta, e l’ampliamento dei confini del Parco richiestoci dal Comune di Sella Giudicarie. Per il Parco l’acqua è un bene collettivo non monetizzabile. L’ente è straordinariamente contrario a nuove concessioni sui corsi di acqua e alla costruzione di nuove centraline, così come alla riduzione dei deflussi minimi vitali, contro i quali ci siamo schierati l’anno scorso dando il via ad una contestazione che ha dato buoni risultati. Ribadisco, la nuova centralina sull’Arnò è totalmente fuori dal perimetro del Parco, perciò l’intero iter autorizzativo non ha coinvolto il Parco.
Sul bacino di Grual, come intendete esprimervi?
Il Parco non si è espresso contro il bacino, ma si è limitato a rilevare che la realizzazione del bacino all’interno dell’area protetta non è consentita, perché in contrasto con le norme di Piano. Attualmente sono in atto le valutazioni degli uffici provinciali e dell’ufficio tecnico ambientale del Parco che si esprimerà in autonomia.