AMBIENTE

Dal letame energia pulita e niente più odori: a Javrè arriva il biodigestore

Nell’azienda di Elio Valentini un progetto innovativo per il Trentino: spesa ammortizzata in 4 anni


di Carlo Bridi


PORTE DI RENDENA. Il letame delle grandi stalle, ma il principio vale anche per quelle più piccole, si sta trasformando da problema in opportunità. Certo, come tutte le cose innovative il nuovo progetto è visto con diffidenza particolarmente dal mondo turistico, nonostante che vada a dare un grosso contributo alla soluzione del problema della distribuzione dello stesso nei prati con la conseguente puzza che emana. Lo stesso verrà collocato in un’azienda situata nel paese di Javrè all’entrata della Val Rendena, comune di Porte di Rendena, ed è il primo in Italia, pertanto anche il comune dovrebbe essere orgoglioso di questo progetto che sposa in pieno l’economia circolare.

Ma di cosa si tratta? Si punta sulla realizzazione di un mini digestore anaerobico ad alta efficienza con tecnologia a solido per la rigenerazione biologica di reflui e di letame zootecnico. Il progetto è innovativo per il Trentino, e non solo: questa è una soluzione già ampliamente diffusa sia in Svizzera che in Germania. La tecnologia brevettata, “a solido”, presenta notevoli vantaggi sotto il profilo del consumo di spazio e della resa energetica del processo di trattamento.

In pratica si tratta di un impianto della ditta “Future Power” che a differenza di altri tipi di impianti che miscelano molta acqua all’organico conferito, grazie ad una nuova tecnologia, non utilizza acqua ma si avvale solo dell’umidità già contenuta nell’organico palabile che resta nell’impianto.

Di conseguenza queste le quattro conseguenze positive importanti:

a) a fine processo il “digestato” resta ricco delle proprietà organiche proprie (proprio perché non vengono dilavate dall’acqua che in questo processo non si utilizza). Diventa quindi un ricco ammendante con elevate proprietà agronomiche, tali da riportare le biodiversità nei terreni sui quali verrà utilizzato.

b) si riduce al minimo il consumo di energia nel processo, proprio perché non c’è da scaldare l’acqua e non c’è da tenere in moto i tradizionali “mescolatori”.

c) vengono eliminate le necessità di gestione del liquido, in miscela con l’organico, quindi di depurazione /denitrificazione prima dello smaltimento.

d) l’ammendante che ne esce anche se di origine da letame, non avrà più alcun odore.

I benefici portati all’azienda zootecnica.

Questo fatto porterà la stalla di Elio Valentini, una stalla di allevamento da carne con la linea vacca-vitello, di circa 300 capi, a non avere più nessun problema di odori nello smaltimento. Ma non solo, l’impianto di trattamento letame genererà energia pulita da fonte rinnovabile. Energia che sarà immessa direttamente in rete, per la parte che non viene utilizzata nell’azienda dell’allevatore. La stalla ha una produzione di circa 4000 tonnellate di letame all’anno e dispone di quasi 70 ettari di prati sui quali fino a questo momento spargeva il letame. L’impianto è stato progettato esclusivamente per le 4000 tonnellate di letame dell’azienda Valentini, non entrerà pertanto letame da altre stalle.

Ed ora veniamo ai costi: l’impianto verrà a costare fra il milione e il milione e 300 mila euro e secondo il costruttore avrà una redditività netta in grado di ripagare nell’arco di 4 anni la spesa affrontata. Essendo Il primo impianto in Italia, che sarà integrato a fianco della stalla di Elio Valentini, resterà di proprietà della società SRL Rendena Organic di Pinzolo oltre che dell’allevatore. I prossimi impianti in Provincia di Trento, nei quali è coinvolta la SRL, saranno costruiti dalla società che ha come capo progetto l’ing. Marco Baudino, amministratore Unico di Future Power srl, produttrice dell’impianto su licenza e brevetto svizzero.













Scuola & Ricerca

In primo piano