Centro cardiologico, i dubbi di Degasperi 

Pinzolo, il consigliere provinciale del M5S chiede alla Provincia di fare chiarezza sulla struttura privata



PINZOLO. "Centro Cardiologico di Pinzolo: realtà o fake news?" A chiederselo è il consigliere provinciale Filippo Degasperi del Movimeento 5 Stelle in un'interrogazione presentata al Consiglio Provinciale. L'esponente grillino ritiene che la struttura di Pinzolo in Italia abbia analogie solo con l'"Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione" di Palermo, un'entità nata nel 1997 da un accordo fra la Regione Sicilia e lo "University of Pittsburgh Medical Center", oggi convenzionata col Servizio Sanitario Nazionale. La struttura palermitana gestisce sui 2.500 ricoveri l'anno, ma il confronto con Pinzolo non convince Degasperi, che scrive: «Tale situazione non sembra rispecchiarsi nel nuovo Centro Cardiaco di Pinzolo, a partire dalla convenzione con il Ssn. Non solo: la società che erigerà il complesso, e che ne sarà la proprietaria, è la Amber Invest srl, la cui finalità è la compravendita di beni immobili su beni propri, e la cui partecipazione sociale è ripartita in modo diverso. Stando a giornali locali, tale società sarebbe composta dall’80% da una holding, la Fopa 80852 srl, a sua volta di proprietà dei signori Bonomi Emanuele, Ismaele, Simone, con Amministratore Unico Valter Bonomi (a sua volta titolare della Bonomi Immobiliare di Pinzolo) ed il restante 20% del dottor Karl Kronsteiner, che sembrerebbe essere Amministratore Unico della Amber Invest srl. Sembra ulteriormente che, una volta realizzato, il Centro verrà dato in gestione alla Cleveland Clinic Foundation, con sede in Ohio, Stati Uniti».

Da qui una lunga serie di quesiti, ben 21. Chi ha scelto di costruire il Centro Cardiologico di Pinzolo e chi lo ha autorizzato? Il Ministero della Salute è informato? Su che basi si pensa di spendere 32 milioni per realizzare la struttura? Godrà di sovvenzioni pubbliche?

Tante domande, ma a ben vedere l'affondo vero Degasperi lo tira al punto 7, dove scrive: «Come possa sussistere una struttura esclusivamente privata senza alcun controllo da parte della Provincia, avuto riguardo che tale Centro non sarà nemmeno convenzionato con il Servizio sanitario nazionale (Ssn) e non avrà nemmeno l’obbligo di rispettare i contratti Collettivi Nazionali, né tantomeno la regolamentazione sanitaria recepita dalla Conferenza Stato-Regioni, ed ancora meno le linee guida, protocolli, e leggi sanitarie, approvate nonché quelle che verranno promulgate in futuro dallo Stato Italiano». (s.m.)













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