In bici fino a Marrakech per solidarietà 

Juri Clari pedalerà 3.000 chilometri per arrivare in Africa e “consegnare”alla Ong Musco un trattore destinato al Benin


di Gianluca Marcolini


ARCO. Un viaggio a Marrakech non è così inusuale, e men che meno lo si può definire eccezionale. Juri Clari, 27 anni di Arco, cuoco al ristorante Spaten di Riva, oggi parte per il Marocco. Fin qui nulla di strano, visto che prima di lui lo hanno già fatto migliaia di persone. La straordinarietà, però, non sta tanto nella località di arrivo quanto nel mezzo di trasporto: l’arcense, infatti, raggiungerà la città africana in bicicletta e solo dopo aver pedalato per circa 3.000 chilometri, mettendo in preventivo di impiegarci almeno due mesi di tempo.

Tutt’altro che una vacanza, quindi, una vera esperienza di vita. Juri, oltre a coronare un sogno che culla da un paio di anni, sarà latore di una corrispondenza molto importante: dovrà consegnare un messaggio di solidarietà a N’daba Sylvain Mapigou, fondatore della Ong Musco (Muwinnimu-solidarite et cooperation) che opera nel Benin contro lo sfruttamento del territorio da parte delle multinazionali. L’arcense, nel suo lungo viaggio in bicicletta, porterà con sé un modellino di trattore che dovrà poi recapitare a Mapigou per quella che sarà una consegna simbolica che precederà quella più concreta, che avverrà un bel po’ più a sud, in Africa, di un vero trattore, un Ferguson usato ma perfettamente funzionante, del valore di qualche decina di migliaia di euro, che verrà donato dal titolare del negozio “Vivaio Tessile” di Arco Andrea Bidese nell’ambito di un progetto di aiuti alla popolazione africana che abita a Manta, città nel nord del Benin. «L’obiettivo è aiutare nel concreto queste persone - spiega il commerciante - dando loro, come in questo caso, un mezzo per favorire lo sviluppo sostenibile della loro terra anziché spendere tanti soldi in progetti che alla fine si rivelano dannosi. La popolazione che andiamo ad aiutare possiede solamente un trattore su circa 18 mila abitanti, significa che la maggior parte della gente non riesce neppure a coltivare il proprio terreno». L’utilizzo del trattore verrà gestito dalla stessa Ong che lo metterà a disposizione della popolazione dietro il pagamento di un piccolo canone per il noleggio, che servirà a sostenere i costi di manutenzione del mezzo. «Abbiamo dovuto cercarne uno privo di elettronica e con soli componenti meccanici proprio per facilitare il reperimento dei pezzi di ricambio in caso di guasto – sottolinea il titolare del “Vivaio Tessile”, negozio specializzato nella vendita di tessuti principalmente di derivazione organica – l’idea è quella di fare il bis anche l’anno prossimo, portando altri trattori nel Benin. Ne servirebbero almeno quattro». Il trattore verrà caricato su di una nave al porto di Genova e da lì comincerà il suo viaggio verso il Mediterraneo, quindi nell’Atlantico ed infine nel Golfo di Guinea per attraccare a Porto Novo, nel Benin.

Decisamente più lungo e faticoso il viaggio di Juri Clari che oggi pedalerà fino a Brescia dopodiché si sposterà a Genova, quindi si recherà a Nizza, scenderà lungo la costa di Francia e Spagna fino a raggiungere Gibilterra dove si imbarcherà su di un traghetto per mettere piedi e ruote sul suolo africano. A quel punto l’ultima tappa a Fes prima del traguardo. «Non è una gara, non voglio battere un record - spiega - me la prenderò con la giusta calma, per godermi il viaggio e conoscere le persone che incontrerò sul mio cammino. Pedalando caricherò una batteria che alimenterà le luci della bici e anche il telefonino grazie al quale racconterò la mia avventura sulla pagina Facebook Riva2Marrakesh». Ma c’è già in fase di preparazione un documentario che è nelle mani di un altro arcense, Alberto Maino: «Con Andrea raggiungeremo Juri in alcune tappe del suo viaggio, un po’ per portargli il nostro incoraggiamento e anche per girare dei video che alla fine faranno parte di un progetto documentaristico più ampio, sempre per cercare di sensibilizzare e lanciare un messaggio. Quel messaggio che Juri porterà, pedalando, fino in Africa».

Un’impresa non di poco conto ma non certo la prima in assoluto: Juri Clari, infatti, ha girato mezzo mondo, ha vissuto assieme ai Maori e si è preparato a lungo per questa esperienza, fisicamente e mentalmente, con la meditazione. «Mangerò prodotti locali e dormirò in tenda - conclude - parto senza troppa apprensione, sereno. E felice».

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