L’Alto Garda piange Gregotti archistar di Pineta e Panorama
La scomparsa. Il famoso architetto è scomparso pochi giorni fa e ha lasciato un segno della sua creatività a Torbole Aveva firmato il rifacimento dei due ex hotel alle Busatte. Ma la nuova proprietà ha accantonato l’ambizioso progetto
Riva. È stato l’artefice del progetto di ristrutturazione dello stadio Luigi Ferraris di Genova alla vigilia dei Mondiali del 90. E del teatro dell’opera di Aix-en-Provence. E del nuovo Museo Archeologico di Patrasso. E di decine e decine di edifici in giro per il mondo in cui gli è stato permesso di esprimere la sua creatività. L’architetto Vittorio Gregotti, scomparso pochi giorni fa, ha sempre lasciato un segno chiaro e personale sulla reinterpretazione del paesaggio, come tutte le archistar. Anche nell’alto Garda: aveva firmato lui, infatti, il progetto di rifacimento degli ex hotel Pineta e Panorama alle Busatte, sopra Torbole.
Una volta approvato il piano di lottizzazione ad hoc, una società di Imola aveva acquisito le proprietà con l’intenzione di realizzare un intervento di elevata qualità urbanistica: ecco perché è stato subito coinvolto lo studio di una delle celebrità più apprezzate del mondo dell’architettura come quella di Gregotti. Il quale ha accettato, nonostante si trattasse di un intervento di modeste dimensioni. Fatto un sopralluogo al momento della proposta, non ha avuto dubbi, visto che quella location gli avrebbe permesso di realizzare un progetto di grande qualità, garantendogli l’applicazione dei suoi principi costruttivi. Grazie alla collaborazione con lo studio locale dell’architetto Federico Chincarini, attuale vicepresidente di Amsa ad Arco, si è arrivati in breve tempo alla redazione definitiva, quella che avrebbe trasformato quell’angolo di territorio in una vera perla architettonica.
Di quel progetto, però, non si è ancora vista concretizzazione: la nuova proprietà ha deciso di accantonarlo, perlomeno per quanto riguarda il primo lotto. Sul secondo rimane ancora qualche speranza, anche perché è fra i due quello su cui l’architetto Gregotti ha provato ad esprimere al massimo la sua visione.
La maggior parte del nuovo edificato sarebbe infatti nascosta o addossata al terreno, in una sorta di terrazzamento degradante dall’alto verso il basso in cui il tetto di un’unità abitativa si trasformerebbe nel giardino di quella superiore: verde, tanto verde e un impatto visivo davvero modesto. Di contro, grazie alle ampie vetrate previste, i residenti potrebbero godere di un paesaggio che finisce per entrare dentro l’appartamento in una sorta di introspezione architettonica davvero unica.
Abitazioni di grandissimo pregio, dunque, di ampia metratura, destinati evidentemente ad una clientela facoltosa, con il pregio però di ridisegnare il paesaggio senza mortificarlo, ma anzi esaltandolo. Probabilmente per questo l’architetto Gregotti si è affezionato al progetto, al punto che più di una volta da Milano, dove si trova il suo studio, è salito a Torbole per rendersi conto di persona di quello che sarebbe andato a disegnare. Ora la nuova proprietà ha la facoltà di fare ciò che vuole. Ma sa che potrebbe realizzare una vera opera d’arte.