Il ricordo

Addio a Giorgio Vianini, uomo della Tonca: amico di Trento e dei trentini

Combatteva da mesi quel male che non gli aveva impedito comunque di essere presente agli ultimi eventi del Teatro Sociale, la sua “seconda casa”

IL LUTTO "Un uomo generoso, arguto, innamorato della cultura"


Claudio Libera


TRENTO. Se ne è andato oggi, 28 novembre, Giorgio Vianini, personaggio unico nel suo genere, dalla scorza dura come sanno essere i trentini veraci. Lui, nato nel rione dei Solteri, quando ancora la strada era uno sterrato che attraversava i campi, sapeva farsi voler bene con la sua burbera, immediata simpatia.

Come ricorda la moglie, compagna di una vita, Rosanella, era ricoverato al Santa Chiara dallo scorso 7 novembre per una recidiva del male che da tempo lo affliggeva. Male che comunque non gli aveva impedito di essere presente in via Oss Mazzurana e in piazza Cesare Battisti per tutti gli eventi che riguardavano il “suo” teatro Sociale. Infatti, era lui che ne aveva le chiavi, che apriva, chiudeva, cercava, faceva spostare, accoglieva, prima come “lavoro vero” poi come “appassionato volontario”.

Uomo di fiducia del Centro servizi culturali Santa Chiara.

Come ricordano affettuosamente il sindaco Franco Ianeselli ed il consigliere comunale Alberto Pattini, era lui che da oltre un quarto di secolo, con alcune brevissime pause, impersonava il “toncato”, l’uomo in camicia bianca e braghe larghe, che nella gabbia, nel giorno di San Vigilio, il 26 giugno, veniva calato nelle - a volte - gelide, in altre furiose, in altre quasi a secca – acque dell’Adige. L’obiettivo era uno: quello di espiare le colpe dei Gobj, i trentini che il Tribunale di Penitenza aveva condannato alla “tonca” appunto.

Ma in città tutti conoscevano Giorgio, trasferitosi sempre con la sua Rosanella, con i suoi amici pelosi a quattro zampe e con la fida bicicletta, diventata negli ultimi tempi a pedalata assistita per aiutarlo negli spostamenti rapidi che faceva in città e dalla sua abitazione, in quel Lung’Adige diventato il suo habitat. I Solteri erano sempre rimasti nel cuore: fino a qualche anno fa tornava per trovare la mamma, Corina. Anche lei molto conosciuta nel rione dei Santi Martiri Anauniesi.

Lui, amico fraterno di Lele Pilati, che non aveva mai dimenticato, anche se Lele gli aveva tirato quel brutto scherzo di andarsene per sempre diversi anni fa, aveva conosciuto mezza Trento ai tempi della Ignis, poi divenuta Iret, la grande fabbrica a sua volta evoluta in Whirlpool, quindi Vetri Speciali, di cui teneva aperto il mercatino. Poi il Centro servizi culturali Santa Chiara, le Feste Vigiliane ed il Sociale, sua seconda casa, dove si faceva fotografare coi i personaggi che avrebbero calcato poi le tavole della bomboniera di Trento. Una parola ed una battuta per tutti, che ora mancherà davvero molto. Riposa in pace Giorgio. 

(in foto il ricordo di Katia Cont, addetta alle relazioni esterne del Centro santa Chiara) 













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