il caso

L’orso avvistato anche sul Calisio: paura a Martignano

E l’ex questore forestale Giorgio Degasperi chiede soluzioni, critica l’immobilismo della Provincia e anche gli animalisti


di Daniele Peretti


TRENTO. È da una settimana che un orso viene avvistato tra Maso Bolleri, la Val Mistai, Pra Longo e Monte Corno. Ovvero l'area del Calisio, ma anche in una zona – quella del deposito di sale della Pat – qualche chilometro sotto la località Maso Librar. A farsi portavoce della comunità che, paura a parte, considera l'orso solo una vittima del progetto Life Ursus che sembra ormai essere sfuggito di mano ad una Provincia ora alla disperata ricerca di una soluzione, è Giorgio Degasperi; questore forestale in pensione che queste zone le conosce molto bene e che cala subito l'asso: «Voglio farmi promotore di un comitato che unisca tutti i residenti della collina che sono venuti a contatto con l'orso. Una soluzione va trovata, perché la Provincia non pretenderà che dopo che ci siamo dovuti abituare ai furti, lo si debba fare anche con gli orsi. Oggi siamo disuniti e non andiamo da nessuna parte, ma insieme potremmo ottenere qualcosa».

E quando Giorgio Degasperi ha dovuto fare da guida ad una gita organizzata dalla Cassa Rurale, non ha avuto dubbi: «Ho chiamato il dirigente della Provincia Groff, che segue il progetto, chiedendogli una messa in sicurezza del gruppo e dal momento che era sotto la mia responsabilità, ho portato la pistola». Giorgio Degasperi, supportato dal consigliere circoscrizionale della Lega Nord Luca Boscaro, parla già da leader: «Ma è possibile che dal sindaco ad Ugo Rossi, siano tutti condizionati dagli animalisti? Se per paura della loro presenza non si è riusciti nemmeno a risolvere il problema dei conigli al cimitero, come pensano di risolvere la questione dell'orso?» Una domanda obiettivamente senza risposta, proviamo a suggerire: magari partendo dalla sterilizzazione. «Ma come si fa che non sanno nemmeno quanti possano essere? Parlano di una cinquantina, quando secondo le nostre stime sono diventati almeno il doppio. Poi la storia dell'orso di Cadine, ma che fine ha fatto? Dovrebbe avere un micro chip, è ricercato da decine di uomini ed è scomparso. Sa cosa le dico?» Prego: «Che il progetto Life Ursus non solo è sfuggito di mano, ma è gestito da gente incompetente. E quanti sono i contributi elargiti a chi ha subito dei danni o solo per evitarli?».

Giorgio Degasperi è un fiume in piena, i boschi in cui abita li sente suoi e violati dalla presenza di un orso che due anni fa era solo in transito, mentre oggi si teme una stabilizzazione. Che sarebbe potenzialmente pericolosa perché troppo vicina ai centri abitati. E per Degasperi da questa situazione di stallo, se ne esce solo con un morto». Il primo c'è già stato ed è stato Daniza: «L'orso è solo una vittima di questa situazione. In Val Badia hanno trovato in una grotta i resti di un gigantesco orso, ma non per questo l'hanno reintrodotto. Hanno costruito un museo, facendone un'attrazione turistica. In Austria e Svizzera gli orsi non li vogliono, i più fessi siamo noi trentini che abbiamo voluto realizzare un progetto che ormai è fuori controllo». La soluzione quale potrebbe essere? «Ci vuole una decisione forte, non i campanellini o i cartelli. Poi mi domando se questi animalisti, non solo quelli che hanno arrecato un danno al Trentino chiedendone il boicottaggio turistico, ma anche quelli della conferenza stampa di due settimane fa, prendono dei contributi provinciali.

Ma alla fine quanto ci costa questo Life Ursus? Pensiamo ai risarcimenti, ai contributi per mettere in sicurezza le malghe, ai convegni e poi non abbiamo i soldi per tagliare l'erba?» In che senso mi scusi ? «Ma ha visto che da Martignano a qua non hanno ancora fatto lo sfalcio stagionale? Ho chiesto il motivo perché ci sono anche dei punti pericolosi che non si vedono perché coperti dall'erba e mi è stato detto che non ci sono i soldi per farlo». Questa è la situazione esasperata della gente di Montevaccino e delle case vicine che in molti hanno cambiato le loro abitudini. C'è chi non va più a correre nei boschi; c'è chi ha rinunciato alle passeggiate, o chi di notte si prende il cane in casa, perché ha paura a lasciarlo nel giardino. L'ultima constatazione di Degasperi. «Dicono che lo hanno fatto per il turismo, ma che documentino quanti turisti in più che sono venuti per trovare l'orso nei boschi».

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