I Vignaioli rompono col Consorzio Vini
L’associazione di Cesconi non ha nominato il suo rappresentante nel Cda dell’ente che ha eletto Bertagnoli presidente
TRENTO. È rottura tra l’Associazione Vignaioli del Trentino e il Consorzio vini del Trentino. La frattura si è consumata ieri nel corso dell'assemblea generale del Consorzio tenutasi a Palazzo Trautmannsdorf. All’ordine del giorno c’erano l’elezione delle cariche sociali, la presentazione dei bilancio di esercizio 2014 e l’approvazione del bilancio preventivo 2015. Ebbene mentre i soci eleggevano Alessandro Bertagnoli nuovo presidente del Consorzio i Vignaioli comunicavano di voler rinunciare alla nomina del proprio rappresentante all’interno del Cda. «Come Vignaioli - ha spiegato il presidente Lorenzo Cesconi - non siamo più disposti a partecipare ad un organo nel quale non possiamo essere realmente rappresentati e che sistematicamente prende delle decisioni che sono dannose per chi, come noi, è impegnato in produzioni di qualità e forte riconoscibilità territoriale. Da anni chiediamo l’istituzione di un organo paritetico, la cui necessità è stata evidenziata anche dal Piano di riorganizzazione del sistema vitivinicolo trentino della Fem. Tutte le nostre richieste sono risultate vane, siamo stati perciò costretti a prendere questa decisione e iniziare da domani il nostro percorso indipendente di tutela e promozione».
«Non possiamo più nasconderci dietro un dito - ha aggiunto Cesconi - in Trentino ci sono due modi di fare viticoltura: uno orientato ad una produzione industriale che cerca la competitività nell’abbassamento dei prezzi; e uno, il nostro, orientato alla qualità, alla sostenibilità, alla riconoscibilità e alla valorizzazione territoriale. Il Consorzio Vini, da ultimo con la scelta in assemblea di oggi di aumentare le rese del Pinot Grigio, ha deciso di supportare il primo. Noi non possiamo accettarlo e per questo i Vignaioli presenti hanno ribadito questa mattina in assemblea la nostra contrarietà. E’ ora di cambiare strada anche per noi». Quella dei Vignaioli, però, potrebbe essere una frattura sanabile visto l’ultimatum che lanciano al Consorzio. «Se entro il 31 agosto non si provvederà all’istituzione di un organo paritetico - scrivono - competente nell’adozione delle decisioni in materia di tutela, produzione e promozione del vino trentino, tutte le aziende socie dell’Associazione Vignaioli si dimetteranno dal Consorzio Vini, che smetterebbe quindi di essere organo rappresentativo di tutto il sistema vitivinicolo trentino». Un aut-aut che lascia, però, ancora aperta qualche speranza di ricomposizione tra i due enti. La palla, a questo punto, passa al nuovo presidente del Consorzio Alessandro Bertagnoli (titolare dell’azienda agricola biologica Stella Rossa di Calliano, da 8 anni presidente della Cantina di Aldeno) e agli altri undici membri del cda: Alfredo Albertini, Vito Armani, Lorenzo Libera, Paolo Endrici, Marcello Lunelli, Bruno Lutterotti, Paolo Malfer, Giorgio Planchenstainer, Fabio Maccari, Luca Rigotti e Andrea Pergher.
«Il Consorzio deve rappresentare la sintesi delle varie esigenze, delle varie anime, della viticultura trentina - ha detto Bertagnoli dopo la nomina -. L’obiettivo è quello di guidare un gruppo coeso, compatto, nel quale tutti devono essere ascoltati e in cui si respiri un sereno clima di fiducia». Il nuovo numero 1 del Consorzio Vini sostituisce l’ex presidente Elvio Fronza, che lascia dopo 15 anni di mandato, e che ieri ha ribadito che «è importante stare insieme operando a favore del bene comune e individuando, nonostante le differenze, una comune identità al fine di raggiungere traguardi condivisi. Un approccio fondamentale, oggi ancor più che in passato, vista la complessa congiuntura economica». Un approccio che dovrà tradursi in qualcosa di molto concreto per poter ricompattare tutto il Consorzio Vini del Trentino.