«Aziende di montagna, mentalità chiusa»
L’incontro tra le imprese del Triveneto: da noi si pensa solo a lavorare, serve maggior apertura
PIEVE DI CADORE. «I montanari hanno spesso una mentalità chiusa, e quindi a volte poco incline alla collaborazione. Ed è proprio per superare questo limite che le associazioni industriali delle province dolomitiche hanno deciso di avviare un percorso comune, rivolto in particolare alle piccole e medie imprese e finalizzato ad affrontare questioni cruciali come l’internazionalizzazione, l’internazionalizzazione e il passaggio generazionale». Le parole di Vittorio Tabacchi, ex numero uno di Safilo, sintetizzano nel migliore dei modi il significato dell'incontro che si è svolto al Museo dell'Occhiale di Pieve di Cadore, su iniziativa i Confindustria Belluno Dolomiti e con la collaborazione di Confindustria Trento, di Confindustria Udine e di Assoimprenditori Alto Adige. Un incontro che sancisce lo storico patto tra imprenditori per incentivare la vocazione all’export delle piccole e medie imprese di montagna, attraverso il confronto di idee e di esperienze di successo. «L’idea di avviare questo percorso – spiega Paolo Montagner, presidente della Piccola Impresa di Confindustria Belluno Dolomiti – nasce dalla convinzione che in questo momento di crisi sia necessario fare qualcosa di utile e concreto per le nostre aziende di montagna, dove la mentalità dell’imprenditore è spesso chiusa: si pensa tanto a lavorare, anche ventiquattro ore al giorno. Invece c’è necessità di aprirsi, confrontarsi con chi opera su territori simili e si trova a dover affrontare gli stessi problemi. Le imprese di montagna operano in condizioni diverse rispetto a quelle di pianura. E tra le questioni più rilevanti che devono affrontare c’è proprio la mentalità, non sempre adeguata ad affrontare le nuove sfide dei mercati internazionali. Abbiamo perciò deciso di organizzare questo primo incontro, dando spazio a quattro casi di successo, uno per provincia».
«Abbiamo accolto con favore l’invito a partecipare – dice Alessandra Sangoi, delegata per la Piccola Industria di Udine –, è l’occasione per uno scambio proficuo di conoscenze tra imprenditori, selezionati anche in rappresentanza delle quattro province. Dobbiamo reagire alla crisi e questa sinergia tra associazioni di territori limitrofi di montagna può essere un’azione utile». «Abbiamo in comune le Dolomiti – sostiene Stefan Barbieri, vice presidente della Piccola Industria di Bolzano – ma anche la mentalità, spesso chiusa. Le nostre trecento aziende vantano comunque un’ottima vocazione all’export, soprattutto verso il nord Europa. Abbiamo dunque qualcosa da dire, ma anche tanto da imparare dal confronto tra esperienze pratiche per essere ancora più competitivi sui mercati internazionali». «Partecipiamo con entusiasmo – ribadisce Marco Giglioli della Piccola Industria di Trento – e ci candidiamo per ospitare il prossimo appuntamento. Credo davvero utile rafforzare la collaborazione tra colleghi di aree limitrofe e confrontarsi per avere spunti e idee per cambiare».