A Castel Caldes la grande mostra sui Doni preziosi

CASTEL CALDES. L’estate a Castel Caldes inizierà ufficialmente domani, alle ore 18 con l’ inaugurazione della mostra “Doni preziosi: immagini e oggetti dalle collezioni del Castello del Buonconsiglio”...



CASTEL CALDES. L’estate a Castel Caldes inizierà ufficialmente domani, alle ore 18 con l’ inaugurazione della mostra “Doni preziosi: immagini e oggetti dalle collezioni del Castello del Buonconsiglio”. In occasione di questa “primizia”, alle 20.30, si esibirà il coro “La compagnia del Canto” della Val Rendena. Poi il castello che domina il paese di Caldes sarà visitabile solo parzialmente ma tutti i giorni, fino al 18 ottobre, escluso il lunedì, dalle 10 alle 18 con ingresso libero in quanto sono da completare alcuni restauri, tra cui quelli relativi agli apparati iconografici. La mostra “Doni Preziosi”, che ha avuto una prima tappa espositiva natalizia al Castello del Buonconsiglio, presenta un'articolata selezione di preziose opere d'arte provenienti dalle collezioni museali accomunate da un unico filo conduttore: il dono nell’arte. Allestita nelle sale del secondo piano di Castel Caldes, la rassegna, partendo dall’emblematica immagine delle Tre Grazie, antico simbolo del “dare, ricevere e ricambiare”, proporrà al pubblico oggetti in ceramica, porcellana, avorio, argento, ma anche tessuti, incisioni e dipinti. Un viaggio nel tempo e nelle consuetudini più significative, dunque, dai doni nuziali, i cassoni dotali intagliati, i delicati ventagli, le raffinate medaglie, a quelli per il battesimo del primogenito, a quelli che nuove abitudini suggerivano, come le lussuose tabacchiere e le piccole ma deliziose raspe da tabacco. L’aspetto attuale del castello è il risultato di varie fasi architettoniche iniziate nel Duecento e proseguite fino al XVI secolo. Tra il 1230 e il 1235 fu edificato il primo nucleo, una torre a cinque piani che fungeva anche da residenza, realizzata per volere di Rambaldo ed Arnoldo da Cagnò. Era utilizzata, insieme alla sovrastante Rocca di Samoclevo, per il controllo dei traffici commerciali della Val di Sole. Nel 1464 la 'casa torre' passò alla famiglia Thun che la ampliò, aggiungendo ulteriori corpi di fabbrica che hanno conferito all'edificio l'aspetto attuale. Nella torre del castello è presente una sala completamente affrescata chiamata la prigione di Olinda. Secondo la leggenda la contessina Marianna Elisabetta Thun vi fu rinchiusa da suo padre Redemondo per impedire il matrimonio con Arunte, menestrello di corte, di cui si era innamorata. La contessina vi morì per amore e si dice che gli affreschi siano opera sua.(c.l.)













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