Vallo-tomo a Mori, ecco l’alternativa

Il comitato daVicoloaVicolo, Toffolon (Italia Nostra) e i critici dell’opera propongono disgaggi (senza esplosivi) e reti


di Matteo Cassol


MORI. Le alternative al vallo-tomo come pensato da Provincia e Comune di Mori (e sostanzialmente già avviato) per la protezione dell'abitato della borgata dai crolli rocciosi ci sono (o ci sarebbero): lo ha voluto dimostrare il comitato "daVicoloaVicolo" all'oratorio moriano. Al tavolo c'erano Beppo Toffolon (presidente di Italia Nostra) e i tecnici del comitato Erminio Ressegotti (ingegnere), Augusto Azzoni (geologo) e Giovanni Groaz (disgaggista), oltre al portavoce Corrado Pellegrini. Numerosa la popolazione accorsa alla presentazione: molti i cittadini rimasti fuori. La serata è iniziata con la proiezione di un video prodotto dal documentarista Renato Stedile sulla storia dei terrazzamenti di Mori, realizzato grazie alla sezione locale dell'Alleanza mondiale per il paesaggio terrazzato. Quanto al progetto, la proposte del comitato prevedono un approccio diverso sotto l'aspetto demolitivo, da eseguire in forma controllata non utilizzando l'esplosivo per permettere il controllo delle traiettorie dei massi. Partendo da ciò ecco la creazione di un vallo-tomo di minor lunghezza e sezione a monte della strada che da Mori Vecchio conduce al Santuario, con possibilità di integrazione per maggior sicurezza con delle barriere paramassi a rete posizionati sul vallo stesso oppure sostituendo il vallo-tomo proposto dalla Provincia (in questa maniera tutti i terrazzamenti sarebbero salvati), un utilizzo più estensivo di barriere paramassi di ultima generazione che assorbirebbero 8600 kj contro 7500 kj circa del vallo-tomo previsto e altre proposte conservative in itinere. Dal comitato hanno fatto presente che la casistica dei distacchi rocciosi documentati dal Comune nella zona d'opera negli ultimi vent'anni è stata di soli due massi di due metri cubi, di cui uno fermatosi sul sentiero e l'altro arrestato dai terrazzamenti. Sono state poi proiettate immagini per mostrare come sarebbe impattante sulle fratte il vallo-tomo progettato dalla Provincia e propedeutico all'ipotizzata demolizione con esplosivo del diedro di 500 metri cubi di roccia, di cui secondo il comitato sarebbero note «l'invalidità e la pericolosità di per sé incontrollabile delle traiettorie di caduta dei massi». Molto partecipato anche il dibatto finale, durante il quale il sindaco Stefano Barozzi ha difeso il progetto della protezione civile sottolineando la priorità assoluta della sicurezza dei cittadini. Patt e Movimento 5 Stelle di Mori spingono invece per l'adozione di misure diverse, come quelle proposte dal comitato: «Il vallo-tomo certamente non può più ritenersi l'unica soluzione. È stato dimostrato», dice l'autonomista Cristiano Moiola. «Delle alternative che si dice siano state valutate dai tecnici della Provincia - aggiunge il pentastellato Nicola Bertolini - non c'è traccia, tanto che l'elaborazione è stata fatta da un comitato di cittadini a proprie spese».

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