Sulla Marmolada arrivano i gardenesi
L’impianto Graffer acquistato da 4 fratelli di Ortisei. Ma un investitore fassano si è rivolto al tribunale: «C’ero prima io»
TRENTO. Zitti zitti, mentre sui confini della Marmolada torna in scena l’infinito scontro fra Veneto e Trentino, arrivano i gardenesi a prendersi gli impianti di risalita. E’ accaduto il 17 gennaio scorso quando - di fronte al notaio Walter Crepaz - la famiglia Graffer ha ceduto le quote di proprietà della Funivie Fedaia Marmolada srl a quattro fratelli gardenesi della famiglia Mahlknecht (di Ortisei) che da tempo avevano manifestato il proprio interesse per la società che è titolare della concessione dell’impianto di risalita Fedaia-Pian dei Fiacconi.
Una vendita che in realtà è il risultato di una “mossa a sorpresa” di Filippo Graffer - ex amministratore unico della società - che dopo aver firmato, l’autunno scorso, un contratto preliminare con un acquirente fassano ha deciso di concludere l’affare giocando al rialzo con gli investitori altoatesini. Peccato che ora toccherà ai giudici del tribunale di Trento stabilire chi ha ragione in questo braccio di ferro tra potenziali acquirenti dove - oltre alle date segnate sui contratti - sarà fondamentale l’interpretazione dello statuto della società e l’analisi dei diritti di prelazione. Gli avvocati sono già al lavoro. Se l’obiettivo di Filippo Graffer (nei giorni scorsi irreperibile al telefono) era quello di concludere in modo clamoroso l’avventura imprenditoriale iniziata a metà del secolo scorso dal padre Nino (pioniere dell’industria dello sci) bisogna dire che gli è riuscito in pieno.
Ma a cosa si deve tanto interesse per un impianto decrepito (è il più vecchio del Trentino) che perde letteralmente i pezzi? Il fatto è che la vecchia cestovia, finché è valida la concessione funiviaria, rappresenta il punto di partenza per la costruzione del nuovo impianto di risalita che - secondo il piano di sviluppo del ghiacciaio predisposto dalla Provincia - dovrebbe arrivare fino a Sass Bianch, ma se prevarrà la linea sostenuta dal Comune di Canazei arriverà fino in vetta alla Marmolada.
Detto questo, lo scenario futuro è chiarissimo: se i fratelli Mahlknecht dovessero vedere confermato in sede giudiziaria l’acquisto della società funiviaria, sul ghiacciaio della Marmolada (che è completamente in territorio trentino) i protagonisti dello sviluppo turistico sarebbero loro, gli altoatesini, e l’imprenditore veneto Mario Vascellari, titolare delle funivie che salgono da Rocca Pietore. Con i trentini alla finestra, visto che al di là dell’iniziativa isolata dell’investitore fassano (che è un albergatore) non c’è stato nessuno che abbia dimostrato interesse a investire in Marmolada. E’ vero che ci sono tante incognite, a partire dal problema annoso della strada del passo Fedaia, troppo spesso chiusa per il pericolo di valanghe. Ma è anche vero che sul versante nord della Regina della Marmolada c’è la più grande riserva di neve naturale sciabile che ci sia in Trentino: una garanzia per il futuro, senza contare il grande utilizzo estivo di questo impianto a fune.
Le cifre in gioco non erano impegnative: secondo una fonte attendibile consultata dal Trentino, l’offerta dei gardenesi sarebbe stata di poco superiore al milione di euro. Ora deciderà il giudice chi ha il diritto di comprare quello che di fatto è un biglietto per lo sviluppo della Marmolada. Tutto questo per una società che - va evidenziato - ha i conti in rosso per circa 500 mila euro, ha chiuso gli ultimi esercizi in perdita e necessità di una serie di investimenti solo per tenere in funzione l’impianto che quest’anno aprirà la stagione invernale tardi come non era mai accaduto in passato: il 1° aprile. E non è uno scherzo.