Rifugio Marchetti, il gestore lascia: «La Sat vuole un affitto esagerato»
Calzà: «Aumento incompatibile con i costi di rifornimento. E le nuove clausole sembrano fatte apposta per cacciarmi»
ARCO. La Sat centrale ha inviato la disdetta a Matteo Calzà, da cinque anni gestore del rifugio Marchetti sul monte Stivo: salvo colpi di scena, dal primo maggio la struttura - una delle più frequentate nel suo genere del Trentino, nonché una delle pochissime a rimanere aperte d'inverno - passerà di mano. Alla base della controversia ci sono questioni economiche sollevate dopo il passaggio del controllo immobiliare del rifugio dalla Sat di Arco alla sede centrale: in sostanza, non sarebbe stato più concesso lo "sconto" legato alle difficoltà logistiche legate all'approvvigionamento del Marchetti, circondato da una enorme area privata con la necessità di portare le provviste in elicottero, via teleferica o a spalla.
«Entro quattro mesi dalla scadenza del contratto - spiega Matteo Calzà - c'era la possibilità di dare disdetta anche senza motivazione e questo è avvenuto da parte della Sat il 31 dicembre. Dopodiché abbiamo fatto una riunione in cui è emerso che il nuovo contratto prevederebbe un affitto di quasi 11.000 euro più Iva, ossia lo stesso stabilito finora come "base", ma specificando che non sarebbero state comprese la teleferica e la strada, quindi le attrezzature per l'approvvigionamento, quindi lo "sconto" di 4.000 euro. Hanno aggiunto poi che qualora fossero state risistemate teleferica e strada ci sarebbe stato un congruo aumento dell'affitto. Non mi hanno lasciato possibilità di trattare e io avevo già fatto presente che con queste cifre non c'era la possibilità di "starci dentro”. Fino a fine aprile il gestore sono io, dopodiché, se non risolveranno i problemi di collegamento abbassando contemporaneamente le pretese economiche, il gestore sarà qualcun altro».
Calzà teme che la questione non si limiti al merito: «Non vorrei che si trattasse di una ripicca personale, perché sono state inserite delle condizioni che io avevo già definito impossibili da accettare: sono curioso di vedere se verranno applicate anche all'eventuale futuro nuovo gestore. Già adesso l'affitto influisce per il 14% sul fatturato della struttura e non ci sono i margini per un ulteriore aumento. Senza contare che per mantenere in attività il rifugio oltre a un viaggio con l'elicottero servono viaggi su viaggi a piedi con diciotto chili di prodotti in spalla. Le condizioni sono quindi proibitive sotto tutti i punti di vista. La teleferica non è a norma (con conseguenze penali), la strada è impercorribile e dal 2012 non si può nemmeno più parcheggiare nei pressi della teleferica. Sto comunque attendendo che la Sat mi metta nero su bianco la proposta di contratto, visto che finora non l'ho vista per iscritto. Sembrerebbe - conclude Calzà - fatta a posta per liberarsi di me».