Primiero, la Famiglia Coop abbassa le saracinesche
Da lunedì 4 aprile il negozio di via Piave a Transacqua chiude i battenti a seguito dell’ordinanza della commissaria Matonti. C’è preoccupazione per il personale
PRIMIERO SAN MARTINO. Da lunedì 4 aprile il punto vendita di viale Piave a Transacqua della Famiglia Cooperativa di Primiero verrà chiuso. Questa è la notizia certa. Poi non è facile capire se definitivamente o per quanto tempo dovrà restare chiuso. Bocche cucite un po’ a tutti i livelli. L’ex direttore Camillo Bettega e l’attuale direttore Vittorio Vertuani si trincerano dietro la scusa che può parlare solo la presidente, la quale a sua volta non risponde al cellulare.
Ad essere preoccupati sono soprattutto i dipendenti che nella serata di martedì hanno ricevuto la comunicazione della chiusura del punto vendita dal 4 aprile, con poche spiegazioni, ma con la speranza che in un modo o nell’altro si possa riaprire.
La chiusura è la conseguenza di una comunicazione della commissaria straordinaria del Comune di Primiero San Martino di Castrozza, Paola Matonti, giunta proprio nel pomeriggio di martedì. La comunicazione in sintesi stabilisce la cessazione di tutte le attività di vendita nella sede di viale Piave, in ottemperanza della sentenza del Consiglio di Stato che aveva annullato tutte le licenze edilizie e commerciali.
La speranza di una sua possibile riapertura probabilmente dipenderà dalla presentazione di un nuovo “Piano guida” da parte di “Primiero sviluppo”, che è la società titolare della costruzione del complesso edilizio commerciale dove trova sede il punto vendita della Famiglia cooperativa. Il nuovo Piano, punta ad ottenere la messa in regola urbanistica dell’attuale struttura per l’ottenimento delle nuove licenze edilizie e commerciali. Su tutto questo però c’è da tempo un grosso dibattito sulla reale possibilità di superare la sentenza, per consentire all’esercizio commerciale di poter restare aperto e quindi continuare la sua attività al servizio della comunità locale, mantenendo, soprattutto, gli attuali posti di lavoro. Il Piano guida infatti potrebbe prevedere la separazione dei due lotti “A” e “B”, cristallizzando il lotto “A” dove c’è l’attuale struttura che ospita il punto vendita della cooperativa e mettendo da parte il lotto “B” dove c’è l’attività commerciale della famiglia Brocchetto (che ha fatto il ricorso al Consiglio di Stato), mettendo per iscritto che non verrà chiesto l’esproprio della porzione di proprietà della stessa famiglia Brocchetto, il che potrebbe far venir meno le motivazioni del ricorso. Inoltre per aggirare il problema dell’insufficienza del numero dei posti macchina obbligatori in base alla superficie del supermercato, la Famiglia cooperativa potrebbe procedere alla diminuzione della metratura dell’area commerciale. Ma tutto questo va verificato con le prescrizioni poste dalla commissaria del nuovo Comune.
Intanto dovrebbero restare aperte tutte le altre sedi della Famiglia Cooperativa presenti nei paesi, mentre quella di Viale Piave resterebbe agibile come magazzino, in modo da poter smaltire i prodotti presenti sugli scaffali.