Ponte di Perati, Riva presente
Il Gruppo alpini ha portato il guidoncino nel celebre teatro di guerra
RIVA. “Sul ponte di Perati bandiera nera, è il lutto della “Julia” che va alla guerra”.
Questo l'incipit della celebre canzone alpina che celebra i fatti avvenuti nel marzo 1941, al confine tra Albania e Grecia, quando ragazzi italiani di vent'anni - scrive il rivano Giancarlo Angelini -furono inviati a “spezzare le reni alla Grecia”, trovando dall'altra parte altri giovani ventenni che difesero strenuamente la loro Patria e contrastarono ferocemente la nostra invasione.
In quei fatti d'armi, nei quali perse la vita anche il rivano capitano Renzo Angelini, comandante la 144esima Compagnia del battaglione “Trento”, le “penne nere” si sacrificarono in sanguinose battaglie che rimasero nella memoria storica alpina, nella quale il ponte di Perati assurge a sacrario di quei ragazzi immolatisi nel senso del dovere.
Inaccessibile fino a pochi anni fa per via del clima politico, il luogo rimane comunque lontano dai flussi turistici che iniziano timidamente ad affluire in Albania, ma ugualmente da qualche giorno sul ponte di Perati è presente il guidoncino del Gruppo di Riva del Garda dell'Associazione nazionale alpini. E' merito di Giancarlo Angelini membro del direttivo del Gruppo rivano, il quale, durante un'escursione in Albania col camper, si è recato sul famoso ponte per rendere omaggio ai nostri alpini ed ai loro, allora, avversari, i giovani greci, cola deceduti.
Dopo aver reso omaggio a tutti i Caduti con un momento di silenzio e la recita della “Preghiera per l'alpino andato avanti”, il guidoncino del Gruppo di Riva è stato steso sul quel che rimane del famoso ponte, a fianco di una targhetta lasciata qualche anno da alpini veronesi, in un attimo di ricordo in quel luogo divenuto luogo sacro nella memoria delle “penne nere” italiane.