Pasubio, i dinosauri cambiano la storia

Trovate le orme che rivoluzionano le teorie geologiche sulla formazione del Trentino



 ROVERETO. Ancora orme di dinosauri attorno a Rovereto, sul Pasubio, ma questa volta la scoperta rischia di scombinare parecchie teorie sulla geologia dell'Italia durante il Giurassico. Le impronte sono state scoperte da Marco Avanzini (Museo Tridentino) nella galleria del Monte Buso, ripulita dal gruppo grotte e dagli altri volontari della Sat di Rovereto. Sono tre impronte appartenute a dei dilofosauri, carnivori bipedi alti due metri.  Di per sè queste orme non sono forse "spettacolari" come quelle apparse ai Lavini. Ma, come vent'anni fa accadde con la scoperta sullo Zugna, il ritrovamento cambia le teorie sulla geografia del nostro territorio, tra i 200 ed i 160 milioni di anni fa. Innanzitutto, sposta l'epoca dello sprofondamento sotto il mare dell'antico Trentino, e poi fa pensare ad collegamento delle nostre attuali regioni non all'Africa, come si pensava, bensì all'Eurasia. Perché le orme appena scoperte sul Pasubio non hanno relazioni con i dinosauri africani, e sono molto simili invece a quelle trovate in Polonia, Francia, Scandinavia e persino Nord America.  Ma una cosa per volta. Durante l'esplorazione della galleria passante del Monte Buso, sul Pasubio, Marco Avanzini - conservatore responsabile della sezione di geologia del Museo tridentino di scienze naturali e noto esperto di orme fossili - individua, il 21 giugno di quest'anno durante un sopralluogo con tecnici del museo e della Sat, tre orme di dinosauro. Hanno tre dita robuste e artigliate e sono lunghe 30 centimentri: si tratta di dilofosauri.  L'Italia del Giurassico (da 200 a 160 milioni di anni fa) era considerata perlopiù un territorio sommerso. Successive scoperte (anche quella dei Lavini) provano che la cosiddetta "piattaforma di Trento", era costituita in gran parte da terre emerse. Lo sprofondamento previsto dai modelli tradizionali era avvenuto più tardi (nel Giurassico superiore, 160 milioni di anni fa). Il nuovo ritrovamento riscrive non solo la storia di quest'area, ma anche la sua geografia. «Ciò significa che l'emersione è durata circa 10 milioni di anni in più - fa Avanzini - ma ora si rovescia l'immagine che i geologi avevano dell'Italia di allora, e diventa molto più simile a quella attuale. Questi dinosauri non sono venuti dall'Africa, ma da nord. Quindi non dobbiamo più cercare i punti di contatto con l'Africa, bensì con il resto d'Europa».

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