Molveno, opere d’arte nel lago “nudo”
Il Comune valorizza i paesaggi lunari del bacino svuotato, nel quale sono affiorati i resti di alberi risalenti a 3 mila anni fa
MOLVENO. Il lago di Molveno ha raggiunto in questi giorni lo svuotamento massimo previsto (pari a un abbassamento delle acque di cinquanta metri) per le opere di manutenzione straordinaria della centrale idroelettrica di Nembia. Uno svuotamento parziale (le acque da circa 180 milioni di metri cubi sono scese a 50 milioni) che da criticità, nelle ultime settimane, si è trasformato in una vera e propria attrazione turistica.
Complici le giornate di sole, sabato e domenica si è registrato a Molveno un numero elevatissimo di turisti che non hanno perso l’occasione per fare un’escursione sui fondali asciutti del lago, immergendosi, si potrebbe dire, in un paesaggio di una bellezza straordinaria che ricorda in molti punti quello della luna. Con la presenza affascinante di alcuni testimoni del passato: i resti di alberi (faggi, abeti rossi e larici) affiorati dal fondo del lago prosciugato, risalenti a circa 3.000 anni fa, quando al posto del bacino lacustre, originatosi a causa di una frana caduta dal Monte Gazza, si estendeva una foresta fitta e rigogliosa. Un paesaggio che probabilmente non si potrà più rivedere se andranno in porto, come spera il Comune di Molveno, gli studi in corso per evitare di ripetere in futuro lo svuotamento del lago, anche se parziale.
Mentre la fauna ittica, costituita soprattutto da salmerini alpini che prediligono i fondali molto profondi, ha trovato protezione nella parte centrale del lago (in questo momento profonda più di 70 metri) l’amministrazione comunale ha cercato di fare necessità virtù, valorizzando il lago “nudo” con un progetto di opere d’arte e d’intrattenimento, denominato “Conoscenza, svelamento e rinnovamento”.
«L’opera prevista dal progetto - ha spiegato il sindaco di Molveno, Luigi Nicolussi - si compone di tre elementi: un paesaggio sonoro, con le musiche di Luca Saporiti, attuale bassista dei Marlene Kuntz, che sarà realizzato lungo una porzione del fondale, con un’ampiezza di 400 metri e 50 di profondità; un tavolo di dimensioni significative, lungo circa 100 metri, che sarà costruito con le assi provenienti dalle segherie di Molveno e infine una scultura monumentale in ferro, dell’artista Morgana Orsetta Ghini, raffigurante un’icona del lago e che rimarrà in modo permanente».
Che messaggi evocheranno questi tre elementi?
«Attraverso il paesaggio sonoro lungo il fondale si farà un viaggio onirico durante il quale si potrà andare alla scoperta delle nostre emozioni più profonde; il tavolo, invece, sarà il simbolo della riunione, dello scambio e della conoscenza tra le persone e la profondità del lago; la scultura monumentale è la parte dell'opera che rimarrà residente sulle rive del lago, come memoria di tutta l'esperienza e come costante rilancio a rinnovare le proprie visioni».
Quando sarà realizzata l’opera?
«Il paesaggio sonoro e il tavolo tra febbraio e marzo, mentre l’installazione della scultura tra aprile e maggio».
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