Mezombard, radici longobarde
Domani serata in Sala Civica su origine e significato di toponimi e cognomi tipici della Piana Rotaliana
MEZZOLOMBARDO. Spesso usiamo alcune parole senza conoscerne l’origine anche se magari ci colpiscono per la loro astrusità. Altre volte sentiamo in esse una certa arcaicità che non riuscendo a capire da dove deriva liquidiamo definendole come parole antiche che vanno scomparendo. Eccone alcuni esempi come “doia”, “roste”, “banca”, “sbecar”, ”scuro”, “pica”, “lea”, “scortol”, “scornoboi” e molti altri. Particolarmente interessanti sono i lemmi che identificano località o territori come possono essere “campo rotaliano”, “mezombart”, (uno dei discutissimi nomi di Mezzolombardo sul quale ci sarebbe molto da dire sulla attuale grafia), “pasquari” “braida”, “morei” “gaggi”, “brasilianes” solo per restare nella zona della Piana Rotaliana. Oppure anche di qualche cognome come è il caso di Tait, a Mezzolombardo il più diffuso, del cui origine non conosciamo molto se non la voce popolare che dice venga dalla Scozia, oppure di (de) Varda che era il nome di una importante famiglia. Di questo si parlerà domani in sala civica a Mezzolombardo a partire dalle ore 20.30, grazie alla serata organizzata dall'Associazione Castelli del Trentino. “Tutti questi termini - racconta il presidente dell'associazione Bruno Kaisermann - hanno una cosa in comune: il loro substrato potrebbe derivare non dal medio alto tedesco, come è stato fino ad oggi quasi concordemente pensato, ma bensì da un’altra lingua specifica di ceppo nordico antecedente e cioè il longobardo, lingua di ceppo germanico occidentale, non dissimile dall'alto tedesco antico (750-1150), anche se sono evidenti notevoli influssi dal gotico, dall'ingaevonico (o tedesco del Mare del Nord) e dall'antico sassone”.
L’elenco degli studiosi che si sono occupati, a vario titolo, di nomi e toponimi longobardi in Trentino è lungo: un pioniere è stato nel 1830 Francesco Filosi quando ancora questa scienza non era codificata. Altra personalità importante è certamente è Maria Odorizzi Coraiola studiosa trentina che ha dedicato particolare attenzione alla toponomastica della Piana Rotaliana e all’etimologia dei nomi di Mezzolombardo e Mezzocorona. La serata di domani avrà come relatore il professor Paolo Boschi, laureato a Padova nell’anno accademico 1974-75 in Lettere Classiche con una tesi in toponomastica, con relatore Giovan Battista Pellegrini, noto a livello internazionale per i suoi studi e battaglie sul Ladino.