Lavori di restauro di Castel Selva completato l’appalto
Il Comune di Levico Terme ha affidato l’ultimo intervento per consolidare le strutture alla ditta Pederzolli di Cadine
LEVICO TERME. Appaltato in questi giorni l’ultimo degli interventi programmati per opere di consolidamento e restauro di Castel Selva. Si tratta circa 71.000 euro di spesa che aggiunti ai precedenti lotti porta la cifra totale a poco meno di mezzo milione di euro. L’ultima parte si basava sul progetto redatto come seconda variante da parte dell’architetto Fabio Pompermaier di Borgo. L’elaborato era stato approvato dalla giunta comunale nel febbraio scorso ed è stato sottoposto alla commissione per gli appalti di Pergine in base alla convenzione stipulata a suo tempo. I lavori sono stati appaltati in economia mediante cottimi fiduciari, all’impresa Pederzolli Dino e Ampelio snc di Cadine che aveva presentato un ribasso d’asta del 21% per cui i lavori comporteranno una spesa di 58.269 euro oltre a 12.758 per oneri della sicurezza. L’impresa aggiudicataria ha superato (nell’offerta) le quattro imprese rimasta in gara.
Si diceva che il costo totale dell’intervento a Castel Selva ammonta così a quasi 500.000 euro. Finora erano stati spesi 416.000 euro circa con appalta suddivisi in tre parti. Il primo interventi era stato di circa 270.000 euro in totale: circa 100.000 per lavori a carattere d’urgenza e poi il primo lotto per 170.000 euro. Il secondo intervento a completamento del primo lotto era stato di circa 70.000 euro, mentre il terzo ci 77.357 euro. Ad essi si deve aggiungere appunto l’intervento appaltato in questi giorni.
Chi ha seguito l’opera di restauro finora è stato l’architetto Renzo Acler di Levico Terme, che aveva affiancato il progetto dei lavori globale con una relazione particolarmente interessante: storico oltre che illustrativa dello stato in cui si trovava l’antico manufatto che appartiene al Comune di Levico da oltre due secoli e per il quale un lento declino lo portò a diventare un rudere.
Tra le più antiche fortificazioni della Valsugana, Castel Selva possiede una storia molto articolata anche come dimora (nel ‘500) di personalità come Bernardo Clesio e Cristoforo Madruzzo. Passato in proprietà al Comune, iniziò appunto il declino anche con crolli consistenti specialmente sul finire del secolo scorso. «Come intervento - spiega l’architetto Renzo Acler - si preferì il consolidamento dei manufatti storici riportandoli alla loro conformazione originaria, pur con l’utilizzo di tecniche costruttive non presenti all'epoca della sua realizzazione. Le tecniche utilizzate si sono rifatte a quelle originarie dell'epoca, impiegando in parte il materiale lapideo ritrovato in loco in seguito ai crolli avvenuti nel corso del tempo e parzialmente riutilizzando le pietre ricavate dalle ristrutturazioni di alcuni edifici storici dell'abitato di Levico, con elementi affini a quelli antichi».