Lamar, lago vietato ai cani. Ma solo sui cartelli
LAMAR. Sul cartello è scritto in italiano, inglese e tedesco "nelle spiagge è vietato introdurre cani (anche al guinzaglio)”. Siamo sulle rive del Lago Santo di Lamar. Per maggior chiarezza, per...
LAMAR. Sul cartello è scritto in italiano, inglese e tedesco "nelle spiagge è vietato introdurre cani (anche al guinzaglio)”. Siamo sulle rive del Lago Santo di Lamar. Per maggior chiarezza, per coloro che non conoscono nessuna di queste tre lingue o per chi non sa leggere e, dunque, è analfabeta c'è anche il simbolo inequivocabile di divieto: un cerchio rosso con al centro un cane nero e una bella barra rossa che sta ad indicare il divieto di accesso ai cani. L'ordinanza è del sindaco, riporta in calce il cartello, con tanto di riferimento al n. protocollo, il 2087 di data (dd.) 30.07.1990 e, sotto ancora, a ribadire le origini del divieto, il riferimento al n. di protocollo 1158 dd. 8.7.1982. Davvero ligi gli amministratori del territorio dei Laghi di Lamar, il Comune di Terlago (futuro Comune Valle dei Laghi). A Lamar intanto, in quella che rimane una piccola oasi senza molti paragoni, pare che proprietari di cani di ogni età e sesso siano tutti “ciechi”, non leggono il cartello e accedono tranquillamente al lago con i cani, perlopiù senza guinzaglio. Accade da anni, conferma un gruppo di frequentatori abituali ormai esasperati da questa situazione. Niente di nuovo, siamo in Italia! Nel profondo nord ma pur sempre in Italia. Già, non c'è da esserne orgogliosi cari amministratori del Comune di Terlago. L'inottemperanza alle norme scritte dal Comune con tanto di riferimento protocollare, da chi deve essere sanzionata? Dai vigili che da altrettanti anni transitano sulla strada che costeggia il Lago Santo (di Lamar)? O da chi altro? La legge non ammette ignoranza e, dunque, impossibile che i vigili del Comune non abbiano mai visto quel cartello o non ne conoscano l'esistenza. Il cartello è lì da anni, i cani accedono alla spiaggia con o senza guinzaglio, entrano in acqua, depositano le loro deiezioni sulla riva e chi se ne importa se mamme e bambini, donne e uomini che si erano trovati un momentaneo piccolo paradiso, sono costretti a respirare le puzze dei cani, quando non ad andarsene perché i bambini hanno paura o perchè il cane viene a scrollarsi di dosso l'acqua sull'asciugamano senza, spesso, venir richiamato dal proprietario.
Quanti di voi lascerebbero nuotare i loro bambini nell'acqua dove è appena entrato un cane magari sporco di fango (e chissà di che altro), spesso aizzato dal padrone che lancia ripetutamente un legno in acqua per ammirarlo, con orgoglio, entrare e uscire dall'acqua (spesso schizzando tutti quanti)? Sulle rive del Lago Santo lo spazio manca, i pochi bagnanti che possono stendersi al sole sono costretti a subire un doppio disagio: le regole non vengono fatte rispettare e, spesso, cani e padroni hanno il soppravento e tranquille famigliole se ne devono andare. Gli stranieri restano di stucco, tornano a leggere il cartello e spesso si sente commentare, in tedesco o in inglese: «Siamo in Italia». Indignati, da anni, (e noi con loro) sono alcuni degli abituali frequentatori del lago, non solo dalle incivili cittadine e cittadini che in barba alle regole impongono la presenza dei loro cani agli altri ma, anche e soprattutto, da chi dovrebbe essere preposto a far rispettare le regole. L'estate è alle porte: auspichiamo che gli amministratori del territorio di Lamar sapranno far rispettare le regole.