La Regola feudale fa rifiorire la Valsorda

Forno di Moena, tre anni fa una piccola alluvione l’aveva resa impraticabile. Saranno recuperati ponti, cava e sentiero


di Francesco Morandini


FORNO DI MOENA. Quest’estate la Valsorda sarà finalmente praticabile, dopo che tre anni fa una piccola alluvione agostana aveva reso impraticabile il sentiero che porta sul catino del Latemar attraverso i “burti” e semidistrutto la “cava de le bore”. Sono iniziati infatti i lavori di ripristino e sistemazione da parte della Regola Feudale di Predazzo, finanziati per 30.000 euro dalla Rete delle riserve destra Avisio e per 10.000 euro con fondi propri dalla Regola sulla cui proprietà, al confine con il Comune di Moena e la Magnifica Comunità, proprietari dei terreni sulla sinistra orografica del rio Valsorda, corre la “cava”, utilizzata in passato dai boscaioli per condurre a valle il legname abbattuto.

Il canale, nella stagione fredda, veniva riempito di neve per poi essere bagnato e quindi gelato, consentendo di far scivolare i tronchi a valle con relativa facilità. Un reperto importante della nostra cultura materiale che era ormai in stato di abbandono. A questo s’era aggiunta l’interruzione del sentiero. Una brutta sorpresa per gli escursionisti che scendevano dal Latemar, ma anche per chi voleva salire da Forno di Moena per visitare la “cava de le bore”, sistemata nel 2002 dal Servizio ripristino della Provincia autonoma di Trento e messa in funzione per un breve tratto dove è stato girato anche un documentario. Già la costruzione dell’acquedotto di Medil e di una strada aveva compromesso negli anni ‘90’ l’integrità della cava, ma il colpo di grazia è stata l’alluvione di tre anni fa.

Il progetto di recupero interessa la parte medio-inferiore, in particolare un tratto dove il rio è incassato nella roccia. Si prevede il rifacimento di tre ponti che saranno solo appoggiati (in previsione che vengano ulteriormente distrutti) a quota 1200 appena all’inizio della “Cava”, il “Pont de la Ciata”, e altri due a quota 1300 metri e 1330 metri, il “Pont dei Scuri”. Nella zona centrale a quota 1290 metri dove sono andati distrutti cava e sentiero, si prevede il rifacimento di 66 ml di cava, ricostruita con la stessa tipologia d, una scogliera di contenimento e una scala in legno di collegamento con la cava esistente. In alcuni tratti saranno ricostruiti i selciati a secco e brevi tratti di scogliera. Sempre nella zona centrale, nel 1997 erano stati realizzati tre guadi in cemento per consentire il transito dei mezzi di esbosco. Basta un po’ d’acqua in più però per renderli impraticabili, per cui si è ritenuto di realizzare, a monte, 3 guadi con piastre in sasso ammorsate in cemento. Delle isole di passaggio pedonale in alternativa alle passerelle che sarebbero molto difficili da realizzare, dovendo superare fino a 15 ml, e comunque facilmente asportabili dalle acque.

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