In pezzi i ruderi di Castel San Pietro
Chiuso per sicurezza il sentiero sottostante. Il sindaco di Torcegno Ornella Campestrini chiede l’intervento della Provincia
TORCEGNO. Franano le rovine di Castel San Pietro. «Vedendo lo stato in cui è, non so se resisterà al prossimo inverno» si lascia sfuggire il sindaco Ornella Campestrini. Già perché la situazione delle due pale rimaste del maniero risalente probabilmente al XIII secolo (erano tre fino agli anni '50, da cui il nome "Castel tre corni"), che dominava Colle San Pietro, è seriamente compromessa. Le forti piogge e nevicate dello scorso inverno, gelo e disgelo, hanno provocato il cedimento di buona parte del muro verso Borgo, l'antico mastio, con le macerie rovinate ai piedi della parete e pietre che sono rotolate fin sul sentiero sottostante ed hanno divelto le recinzioni in legno. Così come quelle staccatisi dal basamento su cui si poggia l'altra pala, quella verso il paese, che gli esperti indicano come parte del muro di cinta.
«Abbiamo scoperto la situazione a primavera inoltrata, appena è andata via la neve» continua il sindaco. Dal Comune è partita subito la segnalazione in Provincia ed al contempo è stata disposta l'ordinanza di chiusura di quel tratto di sentiero, col divieto di passaggio al pubblico, datata maggio 2013. Essendo il sentiero parte del "Giro dei Castelli", passeggiata che comprende anche i manieri di Castellalto(Telve) e del sottostante Castel Telvana (Borgo), per raggiungere quest'ultimo è necessario prendere la via dalla frazione Castagnè. Da maggio non ci sono stati altri crolli, ma il pericolo che qualche altro sasso si stacchi è concreto, e l'inverno si avvicina a grandi passi.
Dopo la segnalazione alla Soprintendenza per i beni architettonici ed archeologici, ci sono stati alcuni sopralluoghi dei funzionari per verificare la possibilità d'intervento, compatibilmente con le risorse disponibili. La situazione più preoccupante riguarda la pala verso il paese, i cui cedimenti del basamento non lasciano presagire nulla di buono. «Andrà consolidata» aggiunge Campestrini. Dalla Soprintendenza si sta inoltre valutando se procedere con l'impalcatura dei due muri, in modo da evitare nuovi crolli e permettere di tagliare gli alberi cresciuti tutt'attorno, che ne stanno compromettendo la solidità. Ma ciò dipenderà anche dal costo dei lavori: sono tempi difficili e le risorse scarseggiano. «Come Comune facciamo il possibile ma non abbiamo le possibilità finanziarie per intervenire. Dalla Provincia non si sono sbilanciati. Auspichiamo venga recuperato al più presto, sono le ultime tracce rimaste dell'antico insediamento» conclude il sindaco. San Pietro, come Castel Arnana (ormai scomparso) e Castellalto, era della famiglia dei Telve, che in valle aveva numerose proprietà e diritti. A distanza di circa 800 anni, i ruderi della torre, la cisterna dell'acqua in mattoni, profonda oltre 5 metri, e parte della cinta, sono testimoni della sua storia, proseguita con la vendita ai da Caldonazzo (1331), l’assedio e il saccheggio di un’armata vicentina (1385), la cessione ai duchi d’Austria e la successiva rovina e abbandono. Qui sono stati rinvenute punte di freccia per arco e balestra datate dal XIII all'inizio del XVI secolo.