Il portale gotico ritorna a casa
È del ’400, ritrovato a Spormaggiore: grazie alla Sovrintendenza verrà ricollocato a Castel Casez
CASEZ. Dopo ben 54 anni di “peregrinazioni” è tornato a casa l’antico portale gotico risalente alla fine del 1400 che era parte integrante del castello di Casez, ora di proprietà della famiglia Marinelli. Smontato nel 1963 con la demolizione di una parte del muro di cinta del castello di Casez, il portale nel 1964 era stato posto all’entrata di una signorile villa a Borz vicino a Banco (prospiciente il lago di Santa Giustina) che apparteneva a un attore tedesco, ora scomparso, che amava soggiornarvi. Successivamente smontato, tre anni fa era finito sill’altopiano della Paganella, prima a Cavedago e quindi nel vicino paese di Spormaggiore. Il portale è prezioso perché porta inciso nella chiave di volta dell’arco acuto lo stemma dell’antica famiglia Malgolt (estinta) e già proprietaria dei castelli di Casez e di Malgolo ed è stato finalmente “rintracciato” a Spormaggiore da Franco Marinelli, uno dei comproprietari attuali di Castel Casez grazie all’aiuto e alla segnalazione della Sovrintendenza dei Beni culturali della Provincia.
«Il portale risultava catalogato e tutelato dal Beni culturali, l’intervento della Sovrintendenza, che ringraziamo, è stato decisivo per far tornare il portale, che abbiamo acquistato, nella sua casa originale», afferma Marinelli, particolarmente soddisfatto dell’esito di questa operazione che - spiega - poteva anche essere conclusa prima: «Volevo infatti acquistarlo già alcuni anni fa, ma non era stato possibile», aggiunge. Lo scorso mese di febbraio c’è stata però la svolta, quando Marinelli ha rintracciato il portale a Cavedago avviando la trattativa per l’acquisto. Nel frattempo però le preziose antiche pietre che lo compongono erano state cedute (dal figlio…) a una persona di Spormaggiore ed è proprio in questa fase che l’intervento della Sovrintendenza è stato decisivo per il buon esito dell’operazione e quindi per far ritornare il portale al luogo di origine. «A breve ultimeremo la ricollocazione definitiva nel castello dopo il sopralluogo della Sovrintendenza, con i cui tecnici decideremo la sistemazione definitiva», afferma Marinelli.
Tornando alla storia, i Malgolt erano una famiglia di nobiltà tirolese che aveva ottenuto il titolo con diploma dall’imperatore Massimiliano il 12 dicembre 1496. Lo stemma come detto era stato scolpito nella chiave di volta del portale, con scaglione rovesciato sormontato da un drago con bocca aperta. Secondo la genealogia descritta dall’architetto Paolo Odorizzi, l’ultima discendente della famiglia Malgolt, Bona, nel 1414 aveva sposato Concino da Salter (da cui il cognome “Conzin”, poi Concini) che nel 1425 ha acquistato il vicino Castel Malgolo poi passato ai De Betta (lo scrivano del cardinal Madruzzo) e all’inizio del ’900 ai conti Premoli e ultimamente a un privato di Malgolo.
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