Il monumento a Dante coperto da mille sacchi
TRENTO. Tutti sanno che il monumento a Dante è il simbolo della lotta irredentista e quel braccio teso del poeta verso nord è un monito verso chi voleva soffocare l'identità italiana del Trentino. E' noto anche quante polemiche ne accompagnarono la costruzione. Certo è che il monumento tornerà a far discutere di sè. Del resto questo è lo scopo dell'installazione di Lara Favaretto, invitata dalla Fondazione Galleria civica a far riflettere sul valore del monumento.
Come? Lo ha spiegato ieri il neodirettore della Fondazione, Andrea Viliani, subentrato a Fabio Cavallucci da quando la Galleria ha cambiato la natura giuridica, diventando Fondazione al 60% pubblica e al 40 privata. Il monumento è circondato da impalcature tipiche da restauro, ma ora sappiamo che lo scopo è un altro. L'artista Lara Favaretto, 36 anni, di Treviso, sta costruendo intorno al monumento una barriera composta da sacchi di sabbia, di quelli utilizzati dalla protezione civile in caso di rischio alluvione. In pratica sta occultando il monumento, che al momento dell'apertura della mostra, sarà completamente circondato da una barriera di sacchetti alta 8 metri. Quanti sacchetti saranno utilizzati alla fine, nemmeno il direttore Viliani è in grado di dire, certo saranno migliaia, perché poggeranno sull'impalcatura in quattro file.
Il significato? Spiega Andrea Viliani: «Il progetto di Lara Favaretto "Momentary Monument", fa parte dello stesso attualmente in Biennale a Venzia. "Monumento momentaneo" significa costruire temporaneamente un monumento del monumento, una copertura che è quasi a protezione di questo simbolo della comunità trentina. L'artista ha svolto ricerche alla Fondazione del Museo storico trentino, individuando in esso un simbolo della memoria collettiva, un segno dell'identità trentina. Tuttora il monumento si trova in posizione strategica, tra la stazione e il palazzo della Regione, ma a gente è troppo distratta per accorgersene. Ecco, l'artista vuole attribuire nuovo significato a questo simbolo, non dare per scontata la riflessione sul nostro passato e futuro». Insomma, nasconderlo, per apprezzarlo meglio.