Il blitz «artistico» quattro bare disseminate a Denno
Rudi Zanotti ne ha messa una davanti alla banca un’altra all’asilo, la terza in Comune e infine in piazza
TRENTO. Il concetto di partenza - e che poi ha sviluppato in tre mesi di lavoro - è quello del «paese di morti». Il riferimento è al suo di paese (Denno) e lui è Rudi Zanotti. Ossia la persone che ieri ha posizionato quattro bare in diversi luoghi del borgo. Luoghi scelti per lanciare un messaggio che però, sembra, non sia stato capito. Tanto che il sindaco di Denno, Fabrizio Inama, che spiega di essere in attesa di delucidazioni su quelle bare. Soprattutto su quella dipinta di rosa che è stata sistemata da Zanotti davanti alla scuola materna Belfanti.
Ma facciamo un passo indietro per contestualizzare quanto è successo. Ieri, domenica di sole, attorno al mezzogiorno le bare hanno fatto la loro comparsa portate dallo stesso Zanotti. Una davanti alla porta d’ingresso della Cassa Rurale. Di legno chiaro con il logo dell’istituto di credito. Un’altra è stata messa davanti al portone del Comune e una terza sulla scalinata che porta alla chiesa. E quindi in piazza. Di legno più scuro, conteneva delle mele. E siamo alla quarta, quella che ha creato più scalpore, che ha fatto storcere il naso a tanti e che non è piaciuta. Rosa, con dei disegni, è stata adagiata sul prato davanti all’edificio che ospita la scuola materna. Un’esposizione artistica, questo voleva essere, che è durata meno di un’ora. Ossia il tempo necessario perché fossero chiamati i carabinieri che, con l’aiuto dei vigili del fuoco di Denno, hanno recuperato e sequestrato le bare.
Per arrivare a chi le aveva «confezionate» non c’è voluto molto visto che, come racconta il sindaco, Zanotti è stata visto verso mezzogiorno in piazza mentre sistemava la bara con le mele. A questo punto è lo stesso autore che spiega le ragioni della performance (che non è la prima). «Il concetto - chiarisce Zambotti - è quello di un paese di morti. Qui tutte le persone fanno tante cose che sono finalizzate ad arrivare all’ora della morte». E la scelta dei luoghi non è casuale. «La banca perché la bara rappresenta il concetto di morte del capitalismo, tutti si dannano per avere macchine grosse, case grandi e si indebitano. In piazza ho messo le mele perché l’agricoltura è sfruttamento. Davanti al Comune per lanciare un messaggio sull’accoglienza dei profughi». E infine quella davanti all’asilo, quella che ha destato più clamore. «È un messaggio contro le istituzioni - dice - i bambini secondo me devono crescere secondo l’istinto e non “chiusi” in cose standardizzate come il giocare a calcio anche se non piace. C’ho lavorato da dicembre a questo progetto e in un’ora è finito tutto. Ma volevo una reazione. E quella c’è stata». (m.d.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA