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I Madruzzo e il Trentino, una storia di arte e religione

CALAVINO. La recente due giorni di convegno sulla Famiglia Madruzzo, che ha aperto le manifestazioni nei 500 anni dalla nascita di Cristoforo Madruzzo principe vescovo di Trento e cardinale, si è...



CALAVINO. La recente due giorni di convegno sulla Famiglia Madruzzo, che ha aperto le manifestazioni nei 500 anni dalla nascita di Cristoforo Madruzzo principe vescovo di Trento e cardinale, si è conclusa con un successo, che ha ripagato l’impegno del circolo pensionati «Degasperi» di Calavino (soprattutto del presidente Adriano Bortoli).

Le relazioni dell’architetto Giovanni Dellantonio e della dottoressa Elena Ricci hanno sviluppato il tema della committenza artistica dei Madruzzo, con tracce significative in diversi edifici di Trento (castello del Buonconsiglio, palazzo delle Albere, chiesa di S. Maria…) e in varie località della provincia (si veda la Cappella Madruzzo nella chiesa arcipretale di Calavino). E’ stata molto apprezzata la relazione di padre Edward Boes, rettore della chiesa di S. Onofrio a Roma, dove sono sepolti i tre cardinali dell’illustre Casato: Cristoforo, Ludovico e Carlo. E non ha deluso le attese, dopo l’attento intervento di Massimiliano Floriani (assessore del comune di Arco) sulle vicende della Famiglia, la conversazione con monsignor Iginio Rogger, che ha affrontato l’analisi del rapporto fra Cristoforo Madruzzo e il Concilio di Trento, in una sequenza di riferimenti ad illustrare il mondo curiale di allora. Fino alla conclusione che, dei due obiettivi fondamentali all’ordine del giorno del Concilio, ossia la chiarificazione delle questioni dogmatiche e la riforma della Chiesa, si sia perseguito solamente il primo. Molto apprezzati, infine, gli intermezzi musicali del duo Battisti (clavicembalo) e Martini (violino), che, alternando le relazioni con brani del repertorio cinquecentesco, hanno completato questa riuscita immersione nel passato. (m.b.)

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