LA NOVITÁ

Giorgio Cles, discendente di Bernardo, apre le porte del castello


Vittorio Nardon


 CLES. Castel Thun scatena l'interesse per il turismo culturale e come un passe - partout apre le porte di altri manieri. L'input della Provincia e dell'assessorato alla cultura riesce a promuovere anche nelle valli del Noce l'interesse per un'offerta integrata dei beni culturali. Lo ha sostenuto l'assessore Franco Panizza nel corso dell'incontro a Castel Cles con i presidenti delle Comunità di valle, numerosi sindaci e i vertici dell'Apt. Accanto a loro, i proprietari di Castel Valer, Castel Bragher e Castel Nanno, evidentemente interessati al progetto di mettere in rete i castelli, siano essi pubblici che privati. A sparigliare le carte è il giovane Giorgio Cles che, aperte le porte del Castello di famiglia per l'incontro, confessa che da maggio ne farà la sua residenza. Ma soprattutto aprirà al pubblico la nobile dimora che diede i natali al suo antenato Bernardo Clesio, il principe - vescovo per eccellenza.  «L'intento - spiega in una nostra intervista il Cles - è di allestire a piano terra e nel grande salone al primo piano, una mostra con i quadri di famiglia e i ritratti degli antenati illustri».  Tra i pezzi unici ci sarà la Madonna del Quattrocento di stile gotico che ornava la cappella di San Michele al primo piano del maniero e accanto a lei il notissimo tallero fatto coniare dal Clesio con la sua effige. Dunque la residenza dei Cles che sorge sulle rive del lago di Santa Giustina, tornerà a rivivere dopo sessant'anni di parziale chiusura. Negli intenti del giovane Giorgio Cles c'è la volontà di far rinascere anche i dintorni del castello e piantare, vista l'altitudine, delle viti a bacca bianca, sull'esempio dei castelli dell'Alto Adige.  «Ora che è stato realizzato l'impianto di riscaldamento a cippato, potrò abitarci anche nei mesi invernali», e così contribuire ad un turismo culturale a tutto campo. Dunque l'idea dell'assessore Franco Panizza "Progetto rete castelli" sta prendendo corpo spinto dall'interesse, per certi versi inaspettato, innescato dall'apertura della nobile residenza dei Thun.













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