Dalla cucina indiana a quella messicana il mondo è in tavola

Sono molti i ristoranti etnici e i locali con kebab e cous cous Una proposta gastronomica che sopravvive alla crisi


di Michele Stinghen


ROVERETO. I kebab sono un po' dappertutto, sono consolidati i ristoranti indiani ed il cinese in centro storico: Rovereto non avrà l'offerta di una grande città, dove si può viaggiare il mondo in cucina, ma per un piccolo centro c'è una buona varietà. I ristoranti etnici lavorano prevalentemente con clientela italiana, sentono la crisi ma non troppo, in gran parte sono gestititi da stranieri residenti in città o nelle vicinanze. Ed a volte, dietro il bancone, c'è chi ha delle storie da raccontare. Come Ahmed Fiaz, originario del Pakistan: gestisce il kebab di via San Giovanni Bosco, ed ormai si sente di casa a Rovereto. Giunse in Italia con una laurea in economia. «Ho fatto l'autista, prendendo diverse patenti, poi ho gestito un negozio di alimentari a Trento. Dal 2008 ho aperto questo kebab, e in seguito sono venuto ad abitare qui, con la famiglia. Rovereto mi piace e mi sento di casa». La crisi si sente, ma Fiaz non ha paura, si sente pronto per affrontarla e superarla.

Rovereto vanta anche il primo e finora unico fast food messicano del Trentino: l'Avocado, di via Bezzi, ha aperto in giugno, ed è uno degli esempi di locali gestiti da italiani. «Siamo partiti bene, forse ci ha aiutato la novità - testimonia Katrin Fioretti, che gestisce il locale in franchising assieme al marito - abbiamo una buona clientela».

Nella strettoia di corso Bettini c'è invece uno dei locali di kebab più frequentati, "La Mia Africa". Dal 2009 è gestito da tre giovani nordafricani (Gabri Nassim, Magdi Mahmud, Mahel Boures). Serve, accanto ai tipici kebab, anche cous cous, falafel, e dolci. «Non risentiamo della crisi - racconta Nassim - da noi vengono a mangiare soprattutto italiani, apprezzano la nostra cucina, e lavoriamo bene». Spesso si sceglie di mangiare nei ristoranti o nei fast food di cucina etnica perché si spende qualcosa di meno. Proprio su questo ha lavorato la gestione del "Drago d'Oro", lo storico ristorante cinese di Rovereto, che aprì in piazza Malgatti 13 anni orsono. «La crisi si sente - spiega Hu YongPing, titolare del locale assieme al marito - la gente viene da noi, ma ci accorgiamo che spende meno. Abbiamo deciso di mantenere invariati i prezzi, e forse per questo non abbiamo risentito troppo della crisi. I clienti, italiani, continuano a venire da noi e apprezzano la nostra cucina». Il Drago d'Oro offre anche un servizio di piatti d'asporto. È invece un vero take-away la rosticceria cinese di via Maioliche "Hong Kong". In Santa Maria, su due lati ma alla stessa altezza della via, in estate hanno aperto due kebab. Qui la famiglia Aslam offre anche pizze; dall'altra parte all'"Awan Kebab House" il gestore, del Pakistan, ha trovato stabilità dopo esperienze di lavoro, oltre che in Trentino, anche in Libia, Dubai, Giappone. Ci sono poi i ristoranti indiani.

A Rovereto e nel basso Trentino si è radicata la famiglia Singh Satwant: i fratelli hanno in gestione il Villa Cristina e il Lungo Leno a Rovereto, l'Amicizia a Villa Lagarina e di recente anche un locale alle Sarche. In Lungo Leno Sinistro ha aperto il primo ristorante indiano di Rovereto, ancora nel 2004. Accanto ai piatti tipici indiani servono pizza e piatti italiani. Con la stessa formula si è affermata anche la gestione indiana al "Cristina": «Da noi vengono solo italiani. Gli affari - spiega il titolare - vanno bene; con la crisi l'affluenza si è fatta più altalenante, ma non possiamo lamentarci».

Non mancano poi altri ristoranti etnici come Mutsumi (giapponese) in Santa Caterina, la cucina tirolese-messicana di Leonardo Boldrini a S. Ilario e il Sushi wok di Mori Stazione.

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